Etichette

venerdì 30 ottobre 2015

LIBIA

La Libia è per estensione il 4° paese del continente africano.I suoi confini -a E con l'Egitto,a SE con il sudan, a S con il Ciad,a SO con il Niger, a O con l'Algeria, a NO con la Tunisia- sono rettilinei,non coincidendo con precise demarcazioni fisiche; a N si affaccia sul Mediterraneo con 900 Km di coste.




Il fronte mediterraneo comprende le storiche regioni della Tripolitania ad O e della Cirenaica ad E e al centro la fascia litoranea del golfo della Sirte.La piattafoma sahariana raggiunge quasi la linea di costa e il deserto comincia a poche decine di chilometri dal mare ; a una ventina di chilometri verso l'interno passa l'isoieta-la curva delle piogge-dei 100 mmm annui e la temperatura in estate fiora i 50° C;in primavera e in autunno un vento caldo secco proveniente dal S, il ghibli,spesso annulla i benefici delle scarse precipitazioni.Solo in due zone costier situate alle estremità orientale e occidentaleil rilievo attenua calura e siccità.In Cirenaica ,a E il Gebel al-akhdar(872m),la verde montagna riceve fino a 850 mm di pioggia e la vegetazione di pini, lecci,ulivi,mandorli,carrubi diventa più varia;in Tripolitania,a O,il Gebel Nwefusa(968m)registra intorno ai 300 mm.annui di precipitazioni,che consentono un popolamento più intenso.Verso il mare entrambi i Gebel digradano verso terrazze o pianure,incontrandosi nell'interno nella steppa,che precede il deserto.
L'interno del paese è occupato dal deserto,che a E prende il nome di desero libico

Il paesaggio predominante sia nell'O,sia nell'E (Fezzan) è quello dell'erg,,il deserto formato da dune sabbiose con carattere di penepiano.Verso E ,tuttavia vaste aree hanno come paesaggio tipico il serir,desero pietroso,,mentre ad O ,al confine tunisino le distese di sabbia sono cpstellate da rocce,chiamate hamada.A S le propaggini del Tibesti superano il confine con il Ciad e formano una piccola zona di deserto di montagna di 2000m.Ad E verso il confine con l'Egitto,l'oasi di Cufra occupa un'area di 1200 kmq,dove le palme da dattero,eucalipti e tamerici,acacie riparano dal sole le colture sottostanti.
Il nome Libia fu usato già nell'antichità per indicare sia la regione del popolo dei libii,sia presso i Greci tuttta l'Africa allora conosciuta.Dopo la colonizzazione fenicia_1000 a.C._ e quella dll'isola di Creta,la Libia nei primi secoli dell'era cristian fu colonizzata dai Romani che vi costruirono la città di Sabratha (oggi a 80 Km da Tripoli)  fino alle invasioni dei Vandali_sec V-poi occupati dai Bizantini nel VI sec.Nel VII sec. ebbe inizio l'arabizzazione della regione e le locali popolazioni berbere si convertirono all'Islam.Il territorio era il principale transito transahariano dell'oro,che veniva commerciato verso il Mediterraneo a partire dall'Africa nera.Nel 1551 cadde sotto la dominazione turca e nel sec.XVIII recuperò una parziale autonomia sotto la dinastia dei Caramanli.
Nel 1911 l'Italia occupò Tripoli,piegando la resistenza della confraternita religiosa musulmana dei Senussidi,che si erano dati un'organizzazione politico-militare e dominavano il paese dalla metà del 1800.La guerra italo-turca si concluse dopo un anno di guerra con il riconoscimento da parte della Turchia della sovranità italiana sulle province di Cirenaica e Tripolitania.Dopo la sconfitta di Italiani e Tedeschi nella II guerra mondiale,il territorio passò sotto il controllo militare britannico_Tripolitania e Cirenaica_-e francese _il Fezzan_.Nel 1951 in virtù di una risoluzione dell'Onu il paese proclamò la indipendenza dal Regno Unito sotto la monarchia dei Senussidi,il re Mohammed Idriss-al Senussi-che siera distinto nella lotta di resistenza contro l'occupazione italiana nella zona di Tripoli. Il nuovo stato usò la sua posizione strategica per dare le basi militari a Gl Regno Unitoealla Francia,in cambio del loro sostegno finanziario,ma le cose cambiarono quando nel 1969 furono scoperti i pozzi di petrolio.
Nel 1960 re Idriss fu deposto da un colpo di stato dei militari,,12 ufficiali guidati dal colonnello Muammar Gheddafi  istituirono il Comando del consiglio della rivoluzione e instaurarono la repubblica.Il nuovo governo si impegnò in una politica antimperialista antibritannica ed antistatunitense,nazionalizzando tutti gli impianti delle compagnie straniere e liberando le basi militari ,espellendo i coloni italiani e gli ultimi ebrei residenti,confiscando i loro beni.Gheddafi elaborò una terza via fra capitalismo e socialismo,conquistando sulla scena internazionale un ruolo superiore a quello corrispondente ai mezzi effettivi del paese, periferico e poco popolato rispetto ai centri del potere islamico.In politica estera Gheddafi appoggiò i movimenti di liberazione del Medio oriente,nella Palestina l'Olp e nel Nordafrica il Fronte Polisario nel Marocco e dando finanziamenti al terrorismo internazionale antioccidentale. Condusse una guerra contro il Ciad-contrastata dalla Francia- e proclamò l'estensione unilaterale delle acque territoriali della Repubblica libica nel golfo della Sirte.Nell'estate dell'81 uno scontro a fuoco nel golfo della Sirte tra aerei libici e americani poneva l'Italia in una posizione delicata.Gheddafi ,che temeva che i missili di Comiso-della Nato-sarebbero stati puntati contro la Libia,mandava segnali minacciosi al nostro paese,parte dell'alleanza atlantica,ma legato alla Libia da rapporti di scambi commerciali importanti e dalla politica mediterranea.Il governo italiano rifiutava di lasciarsi coinvolgere nel concedere agli americani basi per la forza di pronto intervento,voluta dal presidente Reagan,ma nello stesso tempo accettava di inviare un primo contingente militare nel Libano,quale forza di pace nel Medio Oriente.
A fine marzo 1985,quale reazione al terrorismo arabo ed ai suoi presunti mandanti,navi americane della VI flotta attaccavano e affondavano due unità della flotta libica nel golfo dellaSirte,già area di attrito per la pretesa del dittatore libico di estendere le sue acque territoriali,al dilà della fascia stabilia dal diritto internazionale.L'azione americana veniva condannata dagli stati europei;tuttavia il governo americano intendeva dare una lezione al dittatore libico ,accusato di fomentare il terrorismo antioccidentale in Europa,anche a seguito della uccisione di militari statunutensi nella esplosione di una bomba in una discoteca americana di Berlino..Così aerei americani di base nelle basi americane nel Regno Unito, bombardarono direttamente il palazzo di Gheddafi a Tripoli,colpendo e uccidendo una figlia del dittatore,La risposta di Gheddafi fu rivolta all'Italia accusata di fornire le basi della Sicilia ,così due missili di fabbricazione sovietica,gli Skud,furono lanciati contro l'isola italiana di Lampedusa,senza per fortuna colpire il bersaglio.Ma il governo definiva l'episodio un atto di guerra.Era la prima volta dalla fine della II guerra mondiale,che l'Italia rischiava di essere coinvolta in una vera azione di guerra.Fu anche la mediazione dell'URSS nei confronti di Gheddafi e furono gli Stati Uniti, soddisfatti dell'azione dimostrativa su Tripoli,che riportarono la situazione alla normalità. Gli Stati Uniti ebbero le prove del coinvolgimento di Gheddafi nel terrorismo contro obiettivi occidentali,così imposero l'embargo dell'Onu contro la Libia sui trasporti aerei e sulle forniture di armamenti,dopo l'attentato di Lockerbie(cieli della Scozia nel 1988 con la morte di oltre 250 persone),cui seguirono ulteriori sanzioni nel 1996 decise da parte del congresso Usa (Iran-Libya sanctions act).Dopo anni di completo isolamento internazionale,nel 2001,in seguito agli attentati dell'11 settembre,Gheddafi ha impresso una svplta alla sua politica estera,prendendo le distane dal terrorismo islamico,posizione che ha confermato nel 2003,in occasione della guerra in Iraq.Ha accettato di risarcire i danni degli aerei degli attentati del 1988-1989,il colonnello si è impegnato a a bloccare la produzione di armi chimiche e nucleari,consentendo le ispezioni internazionali,per dimostrarlo.Nel 2003 l'Onu ha revocato l'embargo e le sanzioni contro la Libia e l'Unione europea l'embargo economico e militare.Nel 2004 Gli Stati Uniti hanno ristabiluito le relazioni diplomatiche con la Libia, dichiarandola "nazione amica dell'Occidente",cancellandola dalla lista degli "stati canaglia" in cui era inserita sino al 2003..Nel 2004 i rapporti con l'Italia ,già ripresi nel 1999, si sono consolidati,quando è stato firmato un accordo,che consente il ritorno in Libia degli esuli italiani (20000) espulsi nel 1970 ed i cui beni furono nazionalizzati,mentre smantellava le basi britanniche e americane ed è stato inaugurato il gasdotto che porta il metano -Eni- dalle coste libiche alle coste siciliane. Secondo stime del governo libico (contestate dall'AIRL) nel suo complesso la conquista della Libia e le successive repressioni italiane costarono la vita di circa 100.000 cittadini libici su una popolazione stimata di 800.000 abitanti. Dopo trattative durate diversi anni tra il Governo Italiano e il leader libico Muammar Gheddafi( con aperture verso la Libia sia da parte del governo Andreotti, sia del governo Moro, dati gli interessi che erano coinvolti,infatti furono 20000 gli imprenditori,operai,istruttori che l'Italia inviava nella Libia), il 30 agosto 2008 è stato firmato un accordo che prevede una compensazione del valore complessivo di 5 miliardi di dollari Usa. La compensazione comprende la realizzazione di diverse infrastrutture tra cui l'autostrada lunga 2000 Km,Ras Jdeir ad Assaloum, collegando Egitto con Tunisia attraversando tutta la costa libica, duecento abitazioni e il pagamento delle pensioni di guerra ai libici che vennero impiegati in combattimento dal Regio Esercito Italiano. La creazione di un comitato di consultazioni politiche e di un partenariato economico, il finanziamento di borse di studio per studenti libici, la fornitura di un radar per il controllo delle frontiere meridionali della Libia realizzato da Finmeccanica. Il 30 agosto 2008 è stata inoltre restituita la statua della Venere di Cirene. L'accordo che comprende diverse fasi di attuazione con scadenze comprese dai 25 ai 40 anni comprende un ampio capitolo relativo alla lotta all'immigrazione clandestina diretta in Italia, alla collaborazione industriale e alle forniture energetiche del petrolio e del gas metano. Rimane non completamente risolta la questione relativa ai cittadini italiani espulsi dalla Libia nel 1970.Negli ultimi anni il leader il leader libico si è impegnato in una politica di aiuti ai paesi africani più poveri,diventando uno dei principali artefici della neonata Unione africana(Ua),mentre era corteggiato da tutti i leader europei in In realtà nonostante la sua politica mista fra coranica,capitalista e socialista,la costruzione degli ospedali,delle scuole, delle infrastrutture,del boom edilizio con i petrodollari,il suo progetto di stato moderno,non piaceva agli ulema della grande regione Cirenaica dell'Est del paese rimasta legata alla tribù Senussi del vecchio re Idreiss, deposto nel 1969,il suo libro verde trovava ammiratori nelle cancellerie occidentali,non da loro islamici,molti erano i tentativi di ucciderlo a cui rispondeva con terribili repressioni,rappresaglie,incarcerazioni e la corruzione e il nepotismo nel paese erano dilaganti,la burocrazia dei cosiddetti Comitati popolari gestiva a proprio vantaggio l'economia.Dal 1980 era chiaro che il potere gli era andato alla testa.Era diventato quasi una caricatura,vestiva abiti da grande maresciallo e tuniche arabe,decorazioni colorate in comprensibili.Accusava la bandiera a stelle e strisce, ma sul palco si sentiva un dio quando riceveva il fratello dell'allora presidente americano Jimi Carter.Sbraitava contro Israele e la repressione contro i palestinesi,ma confessava la sua ammirazione verso quella gente,che aveva fatto fiorire il deserto...Nel 1986 il prof.Yehezkel Dror, emerito dell'Università di Gerusalemme diceva che , se non ci fosse stato Gheddafi lo si sarebbe dovuto inventare e al contrario di altri dittatori era considerato così debole,che poteva essere attaccato e isolato a piacimento, questa è stata la logica alla base dell'intervento militare,che ha condotto ad attaccarlo'riducendo in polvere lui e il suo regime.
La Libia, dopo aver vissuto una prima fase di insurrezione popolare anche nota come rivoluzione del 17 febbraio 2011, a seguito di quanto avvenuto in quasi tutto il mondo arabo (e specialmente in Tunisia ed in Egitto), ha conosciuto in poche settimane lo sbocco della rivolta in conflitto civile. La sommossa libica, in particolare, è stata innescata dal desiderio di rinnovamento politico contro il regime ultraquarantennale della "guida" della JamāhīriyyaMuammar Gheddafi, salito al potere il 1º settembre 1969 dopo un colpo di stato che condusse alla caduta della monarchia filo-occidentale del re Idris Senussi .
Dopo quasi un mese di scontri e di repressioni violente con uso di carri armati e di bombardamenti aerei maggiormente nella Cirenaica,dove più forte era la rivolta della tribù dei Senussi nei confronti del rais,contro la popolazione civile,oltre alla chiusura della rete internet, blog e siti, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso, con la risoluzione 1973, di istituire una no-fly zone sulla Libia a protezione della popolazione civile, legittimando l'intervento militare ad opera di diversi paesi avviato il 19 marzo 2011.
L'intervento militare in Libia del 2011 è iniziato il 19 marzo ad opera di alcuni paesi aderenti all'Organizzazione delle Nazioni Unite autorizzati dalla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza che, nel marzo dello stesso anno, ha istituito una zona d'interdizione al volo sul Paese nordafricano ufficialmente per tutelare l'incolumità della popolazione civile dai combattimenti tra le forze lealiste a Mu'ammar Gheddafi e le forze ribelli del Consiglio rivoluzionario provvisorio nell'ambito della guerra civile libica.
L'intervento è stato inaugurato dalla Francia con un attacco aereo diretto contro le forze terrestri di Gheddafi attorno a Bengasi (Cirenaica) attacco seguito, qualche ora più tardi, dal lancio di missili da crociera tipo "Tomahawk" da navi militari statunitensi e britanniche su obiettivi strategici in tutta la Libia e la concessione delle basi militari strategiche da parte dell'Italia nella Sicilia (Trapanese e Sigonella) e altrove.
Gli attacchi, inizialmente portati avanti autonomamente dai vari paesi che intendevano far rispettare il divieto di sorvolo, sono stati unificati il 25 marzo sotto l'operazione Unified Protector a guida NATO. La coalizione, composta inizialmente da Belgio, Canada, Danimarca, Italia, Francia, Norvegia, Qatar, Spagna, Regno Unito e USA, si è espansa nel tempo fino a comprendere 19 stati, tutti impegnati nel blocco navale delle acque libiche o nel far rispettare la zona d'interdizione al volo agli aerei libici.I vari paesi hanno assegnato alle proprie missioni nomi differenti: Odyssey Dawn gli Stati Uniti d'America, la Danimarca, la Norvegia e l'Italia, Ellamy il Regno Unito, MOBILE il Canada, Freedom Falcon il Belgio[24] e Harmattan la Francia. I combattimenti sul suolo libico tra le forze ribelli del Consiglio nazionale di transizione e le forze di Gheddafi svoltisi prima nella Cirenaica e dopo la conquista di questa ,nella Tripolitania con la nota battaglia di Tripoli,combattuta strada per strada,piazza per piazza sono cessati dopo sette mesi nell'ottobre 2011 in seguito alla cattura presso Sirte in un convoglio di dieci camion avvistato dagli aerei della Nato,uccisione e morte del Ra'isper mano di ribelli dell'esercito rivoluzionario. Conseguentemente, la NATO ha cessato ogni operazione il 31 ottobre 2011.
Attualmente è in corso la ricostruzione da parte del Consiglio Nazionale Transitorio libico presieduto da Mustafa Abdel Jalil(il presidente del consiglio Monti e il presidente del consiglio transitorio Mustafa Jalil a Roma il 16 Dicembre 2011,per il rinnovo del Trattato di amicizia fra Italia e Libia). Ma con il brutale assassinio di Muammar Gheddafi, l’uomo che nel bene e nel male ha retto la Libia per quarantadue anni, il paese nordafricano ha smesso di rappresentare un luogo interessante per i media occidentali e non. Con la vittoria almeno formale del Consiglio Nazionale Transitorio è come se tutto il mondo abbia deciso di passare oltre, decidendo quasi a tavolino che la Libia non avesse più nulla da dire.
In realtà dopo la caduta di Gheddafi per la Libia non si è aperto il periodo di pacificazione e normalizzazione che tutti si erano auspicati, anzi si sfidano le milizie armate per le rappresaglie. Ad esempio si tace delle migliaia di lealisti gheddafiani arrestati e duramente torturati dalle nuove autorità libiche, al punto da aver anche più volte meritato diverse denunce di organi umanitari e internazionali come Amnesty International, il cui ultimo grido d’allarme è arrivato proprio oggi: “Le milizie armate operanti in tutto il paese commettono ampi abusi con impunita’, alimentando l’insicurezza e pregiudicando la ricostruzione delle istituzioni statali”. Il rapporto annuale pubblicato da Amnesty sulla Libia si intitola significativamente “Le milizie minacciano le speranze di una nuova Libia”, e documenta gravi e massicci abusi, crimini di guerra, detenzioni illegali e torture commessi a una moltitudine di milizie nei confronti di sospetti lealisti gheddafiani.
La sensazione è che con l’accusa di “lealisti” gli ex ribelli del Cnt abbiano potuto preconfezionare una scusa perfetta per eliminare personaggi sgraditi come migranti e rifugiati africani. Anzi, secondo il rapporto di Amnesty le milizie avrebbero persino compiuto veri e propri attacchi di rappresaglia, costringendo alla fuga intere comunità senza che nessuno abbia mai chiesto ai responsabili di rendere conto delle loro azioni’.
Di tutto questo i media internazionali sembrano non interessarsi, non c’è più il dittatore cattivo contro cui indirizzare gli strali a favore di una tanto conclamata “democrazia”, quindi forse meglio tacere, ancor più che il Consiglio Nazionale Transitorio garantisce le esportazioni di petrolio all’Occidente, e tanto basta.
”Le milizie sono ampiamente fuori controllo e l’impunita’ totale di cui beneficiano non fa altro che incoraggiare ulteriori abusi e perpetuare l’insicurezza e l’instabilità”, ha spiegato Donatella Rovera di Amnesty International all’Asca. Il quadro che emergerebbe sulla “Libia liberata” sarebbe per certi versi paradossale, una Libia dove nemmeno un anno fa i libici rischiavano la propria vita in nome della giustizia , e dove oggi invece gli stessi libici rischiano la propria vita per colpa di milizie armate che calpestano i diritti umani impunemente e tranquillamente sostenuti dalla comunità internazionale.
Parecchi detenuti nelle carceri libiche hanno riferito ad Amnesty che, per far cessare le torture, hanno dovuto confessare stupri, omicidi e altri crimini mai commessi. Come se non bastasse le persone che dal settembre 2011 a oggi sarebbero morte a causa delle torture subite sarebbero ben 12. Ma non è finita qui, sempre rapporto Amnesty alla mano le persone detenute a Tripoli, Gharyan,Misurata,Sirte e Zawiya, avrebbero raccontato di “essere state sospese in posizioni contorte, picchiate per ore con fruste, cavi, tubi di plastica, catene, sbarre metalliche e bastoni di legno e di essere state sottoposte a scariche elettriche mediante elettrodi e congegni simili alle pistole taser”.
” L’impunita’ totale concessa alle milizie lancia il messaggio che abusi del genere sono tollerati e contribuisce a trasformarli in pratiche accettate. Le persone responsabili degli abusi devono essere sottoposte a processo e rimosse dai loro ruoli, altrimenti ripeteranno le loro azioni “, questo il grido d’allarme lanciato da Amnesty, un grido nel vuoto dato che le autorità libiche attuali non hanno in alcun modo previsto alcun organo di controllo sull’operato delle milizie armate che ancora continuano a spadroneggiare in Libia.
Ma aldilà degli abusi sui prigionieri e delle violazioni dei diritti umani i problemi della “nuova” Libia sembrano ben più complessi. Il paese ha subito enormi devastazioni soprattutto per colpa dei bombardamenti della Nato e alcune città, come Sirte, sono ridotte a un cumulo di macerie. Gli scontri tra tribù non sono non sono finiti, ma dopo una breve tregua apparente sono riesplosi con violenza anche nella capitale, Tripoli, dove ogni sera scoppierebbero sparatorie. Un tutti contro tutti che ha fatto sprofondare il paese nell’anarchia portando i cittadini all’esasperazione. Come ha dichiarato un appartenente a “Medici senza Frontiere” presente a Tripoli ad Articolotre.com, che però ha voluto mantenere l’anonimato, nella capitale libica circolerebbero voci che darebbero per imminente un ritorno in Libia di Saadi Gheddafi, il figlio del Colonnello riparato in Niger, alla testa di milizie di mercenari. Probabilmente si tratta solamente di una voce fatta circolare dalle autorità libiche per mantenere alta la tensione e concedere altro tempo alle milizie prima di essere smobilitate.
Secondo il membro di “Medici senza frontiere ” a Tripoli la situazione sarebbe tutt’altro che normale, e la città sarebbe letteralmente blindata, tanto che anche i membri dell’organizzazione sono costretti a circolare per precauzione con il giubbotto antiproiettili. “Ci sono check points dappertutto e scontri tutte le sere, ma in Europa tutti tacciono”, ha denunciato, “ora ci sono due tribù che si stanno massacrando ai confini con il Ciad, si è parlato di 60 morti in un solo giorno, ma nessuno ha scritto nulla sui giornali”, ha concluso. Poi ci ha spiegato anche il perchè di questi disordini: “Lo Stato non esiste,la Libia è in mano a piccole fazioni di ribelli che non vogliono deporre le armi per paura di perdere il potere, e quindi combattono tra di loro. L’esercito regolare è troppo debole per fare qualcosa, e qui non funziona nulla, le autostrade sono a pezzi, mancano acqua e mezzi pubblici e l’elettricità và e viene. La gente si sta stancando”, ha spiegato.
Repubblica Libia

Ordinamento politico       In corso di formazione dopo la recente guerra

Superficie   1775500 Kmq

Popolazione  5673000 ab

Dens/Kmq  4 ab/kmq

Capitale Tripoli (2188800)

Altre città  Bengasi (670000),Misurata(348000),Sirte(141000)

Gruppi etnici  Libici(57%),Egiziani(8%),Berberi(7%),Sudanesi(4%),Tunisini(3),altri

Lingue  Arabo

Religioni  Musulmani sunniti (97%),altri











Nessun commento:

Posta un commento