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sabato 26 novembre 2016

TUNISIA

La regione settentrionale,prevalentemente montuosa, è attraversata da SO a NE dalla "dorsale tunisina". Più a N si trovano i rilievi del Tell con il massiccio del Krumiria,a strapiombo sul Mediterraneo; più a S si trova la catena dell'Atlante sahariano,che prosegue i monti algerini di Tebessa e culmina nel monte Gebel Chambi(1544 m).Nel mezzo si colloca la valle della Medjerda,l'unico fiume tunisino, che sbocca nel mare formando un delta ,con dighe che consentono l'irrigazione della valle e la produzione dell'energia elettrica.Scendendo verso S si incontrano gli altopiani stepposi,digradanti verso le pianure costiere del Sahel, dall'arabo Sahil-riva- e la depressione dei grandi chott,antichi bacini sotto il livello del mare,ora coperti da residui salini,alimentati dai uidian e da falde sotterranee,utilizzati nelle oasi,che li circondano.Nella sezione più meridionale si stende la pianura della Djeffara,dominata dall'altopiano del Dahar e infine il deserto sabbioso e ciottoloso del grande erg sahariano orientale.La costa è frastagliata e rocciosa a N, piatta e sabbiosa a S di Hammamet, il mare ,poco profondo è molto pescoso.
Il clima a N è mediterraneo:a Tunisi la temperatura media di gennaioè di 11° centigradi,quella di luglio di 26° centigradi e le precipitazioni si aggirano intorno ai 450 mm annui.Sui rilievi cade abondante pioggia,(sino a 1500 mm annui) e l'inverno è rigido.Le pianure costiere presentano un clima più dolce con deboli escursioni termiche.A S della dorsle il clima si fa via via più secco tanto nelle coste tanto verso l'interno,fino a diventare desertico nell'estremo meridione.
Le pianure settentrionali ed orientali sono totalmente utilizzate dall'uomo(campi,maggesi,uliveti); nella valle del fiume Medjerda,nelle pianure del Sahel o nella Djeffara si è conservato molto della vegetazione naturale.Solo i rilievi settentrionali poco abitati e copiosamente irrorati dalle piogge presentano una vegetazione naturale di querce,lecci e pini di Aleppo. A sud della doersale domina la steppa ad alfa ed artemisia,che prelude al deserto. Diversi ecosistemi sono sottoposti a tutela ambientale (1,5% del terrritorio):una foresta dove sopravvive una specie di acacia,nel Gebel Bou Hedma,che ospita mufloni,struzzi,antilopi e gazzelle; la regione del Gebel Chambi,la regione più alta del paesedove è stato istituito un parco nazionale; il Parco nazionale dell'Ichkcul,lago nell'entroterra della città di Biserta (117000ab) dove si incontra la più alta concentrazione di uccelli migratori del Maghreb,proclamato dall'Unesco Patrimonio mondiale dell'umanità;le isole di Zembra e Zembretta a largo di capo Bon,;la riserva integrale di di Galiton,istituita su un'isola dell'arcipelago della Galite,al largo della costa del Corallo,che ospita una colonia di foche e il raro gabbiano corso.E' in via di realizzazione anche anche un parco nella zona desertica di Sidi Toui,per ptoteggere volpi,fenneclepri,rettili-varano del deserto-e insetti di questo fragile ecosistema.
Popolato da berberi sin dai tempi più antichi, il territorio della Tunisia,conobbe lo sviluppo della potenza marittima di Cartagine,fondata nell'814 a.C. dai Fenici.Dominio dei Romani dal 146 a.C.(nella foto l'anfiteatro romano della città di Al Jam), invasa dai vandali nel 439 d.C.,passata ai bizantini nel 533,venne conquistata dagli Arabi nel sec.VII e con il nome di Ifriqiya,rapidamente islamizzata e arabizzata.Il paese fu governato dalle dinastie degli Aghlabidi e in seguito dei Fatimidi.Nel 1160 l'impero maghrebini degli Almohadi stabilì un governatore a Tunisi(2250000ab),il paese aveva ormai acquisito il nome di Tunisia. Esso fu governato dalla dinastia degli Hafsidi sino alla conquista turca(1574).Dal 1705 il capo dell'amministrazione locale-bey-pur continuando a sottostare alla monarchia ottomana,ottenne il riconoscimento della succassione ereditaria.
Dal 1881 la Francia impose il suo protettorato (trattato del Bardo),dopo un braccio di ferro con l'Italia,che puntava a tutelare la coesistente colonia italiana.La colonizzazione francese determinò negli anni '30 la nascita di un partito nazionalista (Neodestur) guidato dal leader Habib Bourghiba,che si pose l'obiettivo di mettere fine al protettorato,si consolidò negli anni della II guerra mondiale e condusse poi una lotta di liberazione che portò gradualmente all'indipendenza del paese (1956).Proclamata la repubblica (1957)Burghiba ne fu eletto presidente(eletto a vita nel 1974) sino alla sua deposizione da parte del generale Zin el Abdin Ben Ali nel 1987,dopo un decennio di tensioni politiche e sociali. Il regime di Burghiba fu politicamente autoritario, ma socialmente progressista (promosse l'affermazione dei diritti delle donne-l'uguaglianza dei sessi- e l'abolizione della poligamia e del ripudio,introdusse il divorzio su base consensuale e sviluppò l'istruzione).Il governo di Ben Ali ha garantito la stabilità del paese, favorendo lo sviluppo economico e la pace sociale,ma consevando strutture autoritarie e reprimendo duramente il fondamentalismo islamico-mettendo fuori legge i partiti fondamentalisti-.Ben Ali è stato alleato dell'Europa e degli Sati Uniti nella lotta al terrorismo islamico,situazione che presso la comunità internazionale ha fatto passare in secondo piano il problema della mancanza di pluralismo democratico e della repressione degli oppositori,violando i diritti umani(alla vita,all'integrità fisica,alla difesa ecc.) e le libertà individuali di pensiero,di associazione in movimenti e partiti,sindacati ecc. Nel 2002 con un referendum pilotato il presidente ha fatto approvare una riforma costituzionale (definita un colpo di stato costituzionale dall'opposizione) che autorizza un numero illimitato di mandati presidenziali fino a riproporre la sua candidatura nel 2009 e sancisce l'immunità giudiziaria a vita del capo dello stato.La società civile non è ancora stata ridotta al silenzio ed ha espresso contrarietà da questa svolta autoritaria. Nelle carceri tunisine centinaia sono sempre stati i prigionieri politici,alcuni in isolamento prolungato da anni. In Tunisia l'islamismo è religione di stato e la sharia influenza il sistema giudiziario,ma alle donne è riconosciuta sostanziale parità di diritti rispetto agli uomini. Non vi sono normative discriminanti verso le donne,che hanno una buona rappresentanza in parlamento,in magistratura ed una media istruzione e sono piuttosto emancipate sia in ambito familiare che sociale.
Tuttavia a causa della repressione nei confronti dei dissidenti politici e del regime fortemente autoritario in ogni sua manifestazione sia amministrativa sia burocratica assai vessatorie mentre nel Paese con la corruzione si aggravano sempre di più la disoccupazione,la povertà, la fame,l'assenza di diritti civili e di libertà di espressione e di manifestazione,iniziano le proteste spontanee a seguito del gesto disperato di un ambulante, Mohamed Bouazizi, che il 17 dicembre 2010 nella cittadina di Sidi Buzid,nel centro della Tunisia, si dà fuoco per protestare contro il sequestro da parte della polizia della sua merce,non avendogli l'autorità locale voluto concedere la licenza necessaria per il commercio. Il 27 dicembre il movimento di protesta si diffonde anche a Tunisi, dove giovani laureati disoccupati manifestano per le strade della città e vengono colpiti dalla mano pesante operata dalla polizia.
Nonostante un rimpasto di governo il 29 dicembre, le rivolte nel paese non si placano. Il 13 gennaio il presidente tunisino Ben Ali in un intervento sulla tv nazionale si impegna a lasciare il potere nel 2014 e promette che garantirà la libertà di stampa. Il suo discorso però non calma gli animi e le manifestazioni continuano.Meno di un’ora dopo decreta lo stato d’emergenza e impone il coprifuoco in tutto il Paese. Poco dopo il primo ministro Mohamed Ghannouchidichiara di assumere la carica di presidente ad interim fino alle elezioni anticipate.In serata viene dato l’annuncio che Ben Ali, dopo ventiquattro anni al potere, ha lasciato il Paese.
A fine febbraio 2011 alcune decine di migliaia di manifestanti si radunano nel centro di Tunisi per chiedere le dimissioni del governo provvisorio, insediatosi dopo la cacciata dell'ex presidente Zine el-Abidine Ben Ali.
«Votate senza paura». Questo è l’appello finale del primo ministro tunisino Beji Caid Essebsi, pronunciato giovedì sera prima della chiusura della campagna elettorale per la nuova assemblea costituzionale. Un momento storico per il paese.
Un contesto che, in particolare, dà rilievo a queste elezioni. Anche dal punto di vista storico: la Tunisia, dal 1956, anno in cui la Francia concesse l’indipendenza totale, ha sempre avuto elezioni controllate. La maggior parte dei partiti d’opposizione era bandita. Quelli ammessi alla corsa erano, in generale, partiti del regime mascherati, per mantenere una parvenza democratica. Nel corso delle elezioni non mancavano episodi di violenza e intimidazione per orientare il voto. In ogni caso, il ministro dell’interno aveva il compito della conta dei risultati, lasciando agli avversari solo un pugno di seggi in parlamento.
Secondo alcuni, con il voto di domani si deciderà non solo la composizione della costituente, ma anche l’esito dell’intera primavera araba.
L’assemblea dovrà redigere una nuova costituzione, sostituendo quella del 1956, decidendo anche le future elezioni. Ci sarà un presidente, che avrà carica più onoraria che effettiva. La durata del mandato non è specificata, ma i dodici più importanti partiti si sono accordati perché non duri più di un anno. I candidati rispecchiano il più possibile la società tunisina: il 7 settembre, al termine della settimana di registrazione delle liste candidate, il risultato era di 81 partiti e centinaia di associazioni indipendenti. Tra questi, anche Ennahda (“Il Partito della Rinascita”), guidato da Rachid Ghannouchi: il suo ritorno in Tunisia alla fine dello scorso gennaio, dopo 22 anni di esilio, era stato salutato da una folla festante. Era il primo segnale evidente della grande popolarità di Ennahda, che non ha mancato di suscitare preoccupazione, all’estero, per la sua natura religiosa e le sue intenzioni non proprio limpide.
La forza di Ennahda, anche secondo quanto spiega il leader, è la sua attiva presenza nella società tunisina. Con opere di carità e assistenza ai bisognosi, ricorda. Oltre a quella che considera una «naturale simpatia» per un movimento tenuto in esilio per oltre 20 anni. Vero. Ma, va aggiunto, anche all’abilità di stabilire legami tribali e alleanze. Ora, secondo gli ultimi sondaggi, Ennahda dovrebbe ottenere il 25% dei voti, per raggiungere i 54 seggi, su un’assemblea di 217. Sarebbe un successo enorme.
«Noi siamo sempre stati dalla parte della democrazia», ha dichiarato Ghannouchi il 17 ottobre. Il suo era insieme un appello al voto, ma anche una proclamazione di intenti. Un modo per rassicurare l’occidente e i laici tunisini. «Abbiamo sempre ritenuto che fosse la via migliore contro l’ingiustizia e l’autoritarismo». Non solo: «grazie ai suoi meccanismi, permette la protezione dei diritti delle persone e la pacifica trasmissione dei poteri». Tra i diritti, sottolinea, anche quelli delle donne. Uno dei punti più delicati. Sul punto Ennahda è visto con sospetto: la sua radice religiosa comporterebbe, secondo molti, anche una visione precisa del ruolo della donna, che si ispirerebbe agli usi islamici. In un paese ancora legato alla tradizione, una posizione rigida sulla questione porterebbe a un’involuzione generale della partecipazione della figura femminile nella società. Questo è il timore.
Niente di tutto ciò è vero, assicura. «Si tratta di una serie di attacchi che subiamo ogni giorno da parte dei nostri avversari. Oltre a ciò, il partito paga vent’anni di fobia instillata dal passato regime. Ma il nostro programma, dove la parità tra i sessi figura tra i punti fondamentali, è chiaro». E, per rendere chiaro anche il concetto, tra i candidati del partito c’è anche una donna: Souad Abdel-Rahim. La sua figura, in effetti, si inquadra poco con la tradizione. Veste sportivamente, ha un piglio sicuro e gira senza il velo. «Ma questo non significa che siamo contro l’uso del niqab», spiega Souad. «Al contrario, noi vogliamo che la donna tunisina si senta libera di indossarlo, se vuole. E di non indossarlo, se non vuole». Semplice. Ma non convince tutti. Secondo molti, si tratta solo di un modo per tranquillizzare i laici. E anche dal punto di vista elettorale, una mossa strategica: il 45% degli elettori che voteranno domenica sono donne.
Nonostante le assicurazioni di Ghannouchi e dei suoi militanti, il dubbio sulle reali intenzioni del partito rimane. Non per nulla le dichiarazioni dello scorso agosto, rilasciate a un giornale del Cairo, hanno generato allarme. Ghannouchi aveva parlato di istituire un califfato in Tunisia come «obiettivo ultimo». Aldilà di considerazioni di opportunità, dettate dalla volontà di assicurarsi l’appoggio dei Fratelli Musulmani, la forma del califfato non ha molti punti di contatto con la democrazia moderna. In ogni caso, dal punto di vista ufficiale, il partito vuole porsi come un punto di riferimento sicuro, non attaccato alla tradizione e aperto a importanti riforme. Una posizione di equilibrio che tiene conto anche del suo bacino elettorale, radicato nelle campagne e nelle periferie.
Ad elezioni avvenute il partito vincente con il 30% dei voti è il partito islamico Ennahdha di Rachid Ghannuci,l'intellettuale rientrato in patria in gennaio scorso dopo un ventennale esilio a Londra.Il secondo partito -con il 12% dei voti- è il Congresso per la repubblica ,partito laico di centro-sinistra,guidato dal difensore dei diritti umani Moncef Marzouki,rifugiatosi in Francia dal 2002 e accolto all'aeroporto al suo ritorno da una folla di "rivoluzionari" festanti,mentre il partito socialdemocratico Pdp di Ahmed Chebbi,che ha condotto la campagna elettorale contro i rischi dell'islamismocon il 4 % viene considerato il grande sconfitto.Il partito vincente islamico Ennhadha di Rachid Ghannouci a Sfax come a Beja ha sfiorato la maggioranza assoluta, in ognuna delle circoscrizioni lo scrutinio lo ha visto in testa,conquistando 70 seggi su 200 dell'Assemblea nazionale.Il partito islamico Ennhadha propone un modello moderato, insistendo sul rispetto delle regole e dei diritti dei singoli, dunque presentandosi come democratico e in economia aperto agli investitori stranieri.Senza porre particolari condizioni invita gli altri partiti avversari a partecipare ad un governo di unità nazionale,che verrà varato dopo il 9 novembre e dovrebbe durare in carica un anno,in attesa che la Tunisia vada alle elezioni politiche e presidenziali.
TUNUS AL-JUMHURIYAH AT TUNUSIYAH

Ordinamento politico   Repubblica

Superficie  163610 kmq

Popolazione 10982754 ab

Densità  67 ab/kmq

Capitale  Tunisi (2721000 ab

Altre città  Sfax (272801ab)

Gruppi etnici  Arabi 96,2% Berberi 1,4% Altri 2,4%

Lingue  Arabo (ufficiale), Francese

Gruppi religiosi  Musulmani sunniti 99%


sabato 19 novembre 2016

Il Nord Africa


Da Ovest a Est le coste mediterranee dell'Africa hanno tre aspetti diversi:
- a occidente sono dominate per 2000 Km dai monti dell'Atlante,fasci di catene parallele alla costa,che arrivano a punte di elevazione di oltre 4000m con il monte Toubkal e spiccano sopra una pianura costiera stretta molto fertile. Sono ricche di boschi sui versanti marittimi,perché ricevono l'umidità dell'Atlantico e del Mediterraneo e racchiudono anche altopiani stepposi;
- al centro una grande rientranza verso Sud crea i golfi di Gabès e della Sirte
e il deserto giunge alle rive del mare con grandi oasi come quella di Tripoli;
- a oriente é la sporgenza del Delta del Nilo, molto ramificato. E' fertilissimo,ma la vegetazione vive fin dove arriva l'ultima goccia del fiume .Il resto del territorio é desertico.
Il Sahara si estende dall'Atlantico al Mar Rosso,per tutta la longitudine del continente.Ha un'estensione di 9 milioni di Kmq ed è formato da tavolati alti da 300 a 800 metri. In posizione centrale s'innalzano alcuni gruppi montuosi isolati: da ovest a estsono l'Aghar (2918 m) l'Air (2022m) e il Tibesti (3415m).
L'erg, il deserto di sabbia con le dune è uno degli aspetti del Sahara, poi vi sono il serir,deserto di ciottoli e l'hamada deserto di sola roccia.L'escursione termica diurna é altissima: la temperatura medi a di 45 gradi C durante il giorno-quando la sabbia è rovente per il sole- può scendere a 0 gradi C durante la notte.
Le oasi sorgono nelle bassure ,dove affiora l'acqua di una falda sotterranea:queste isole verdi nel mare di sabbia gialla accolgono le ricche coltivazioni su tre piani:al livello superiore le palme da datteri,più in basso i frutteti e al suolo gli ortaggi. Alle oasi naturali se ne aggiungonomolte artificiali'estraendo l'acqua dal sottosuolo profondo,così come si fa per il petrolio.
A Sud il deserto si trasforma nel Sahel,ossia la steppa,prateria a tratti erbosa, ma i confini meridionali del deserto a causa della siccità si estendono sempre più a sud ,pertanto il Sahara avanza "desertificando" e privando gli abitanti di terre coltivabili.


Sahara libico

Il Medio Oriente

E'la parte più settentrionale dell'Asia,tra il Mediterraneo e il mare Arabico,tra l'Africa e l'India,i suoi confini sono delimitati su tre lati da elementi naturali:
- a nord il mare Mediterrano,il mar Nero, i monti del Caucaso,la parte meridionale del mar Caspio
- a ovest il canale di Suez,il mar Rosso e il golfo di Aden
- a sud l'Oceano Indiano,da cui si dirama il golfo Persico.
I confini ad est sono meno definiti, ma si possono fissare approssimativamente sulle montagne, che delimitano ad oriente l'altopiano iranico e afghano.
Considerando a parte l'isola di Cipro e la Turchia,che geograficamente fanno parte dell'Asia,ma politicamente e storicamente sono europee, il Medio Oriente si può dividere in tre zone:
- quella che va dalla zona mediterranea alla Mesopotamia,detta Mezzaluna fertile(la mezzaluna é un simbolo islamico,così chiamata perché ricca di acque e coltivabile,ma in molte zone arida)
- il tavolato arabico arido e a clima torrido
- gli altopiani dell'Iran e dell'Afghanistan,che hanno catene montuose sui bordi e quindi l'interno molto arido a clima continentale,molto caldo in estate e molto freddo in inverno,così come l'Anatolia turca.
Le catene montuose di questa vasta regione sono ampie e toccano altezze imponenti,come il monte Ararat più a sud e i monti Elburz lungo la costa meridionale del mar Caspio,che superano i 5000 m.Nel sottosuolo di molti stati vi sono immensi giacimenti di petrolio(un quarto della produzione mondiale),che scatenano grandi interessi e sono una delle cuse dei molti conflitti,che tormentano la regione.
Monte Ararat (5165m) al confine fra Turchia e Armenia caucasica

ALGERIA

E' il più vasto dei paesi del Maghreb e il secondo dell'Africa per superficie(dopo il Sudan),ma più di quattro quinti del suo territorio sono occupati dal deserto del Sahara.Confina ad O con il Marocco e con il Sahara occidentale, a SO con la Mauritania e il Mali,a SE con il Niger,ad E con la Libiae la Tunisia,a N. con il mare Mediterraneo su cui é affacciato.Il Nord si affaccia sul marecon 1200 Km di coste alte e rocciose e con andamento rettilineo.La fascia litoranea profonda un centinaio di chilometri ha clima e vegetazione tipicamente mediterranei.Alle sue spalle si elevano due catene montuose parallele,il Piccolo Atlante e l'Atlante sahariano,che con massicci dell'Aures(oltre 2000m) segnano il limite settentrionale dell'area desertica.Le due catene montuose suddette corrono parallele da O a E racchiudendo altopiani semiaridi e stepposi,costellati da sciott,ossia depressioni interne.Nella fascia settentrionale si concentra il 95% della popolazione,mentre l'immensa area desertica meridionale sahariana é pressoché spopolata.La regione sahariana é costituita da una piattaforma alta poche centinaia di metri,che a SE si innalza in bastioni rocciosi di arenaria(tassili) o di calcare(hamada) e in massicci vulcanici, tra cui spicca l'Hoggar(quasi 3000 m.).Si alternano due tipi di paesaggio:l'erg(deserto di sabbia) e il serir (deserto di sassi).
Il clima secco e arido (a Bechar 70 mm di pioggia annua) con forti escursioni termiche stagionali e giornaliere (temperatura media annua 36 gradi di giorno e 5 gradi di notte) impedisce la crescita di qualsiasi vegetazione durevole,tranne che nelle oasi,che sono alimentate dalle acque sotterranee.Le più grandi oasi si trovano nella parte NE del Sahara algerino,in cui abbondano i anche giacimenti di petrolio e di gas naturale.Dal 1972 é stata trasformata in Parco nazionale una vasta area archeologica del Tassilj n'Ajjer(2000 m) ai confini con la Libia, dove migliaia di pitture rupestri ,risalenti a 10000 anni a.C. forniscono preziose testimonianze sulla vita del Sahara e rappresentato la prova iconografica dei cambiamenti climatici avvenuti nella regione negli ultimi millenni (dal 1982 la zona è stata inclusa dall'Unesco nel Patrimonio dell'umanità).
L'Algeria povera di acque.I fiumi hanno in genere regime di uadi(corsi d'acqua stagionali) e alternano periodi di piena abbondante in inverno a periodi di siccità per il resto dell'anno.I maggiori corsi d'acqua sono quelli che,dai monti dell'Atlante più a N, detti Atlante del Tell, sfociano nel Mediterraneo.Per quanto riguarda il litorale,quello orientale dove si trovano la capitale Algeri(3.749.000ab)

e Skikda(179000) beneficia di oltre 600mm annui di pioggia,



mentre il litorale occidentale,dove si trova la città di Oran (773000)



è piuttosto arido e secco (250 mm annui).Gli insediamenti interni sono molto limitati a causa della scarsità delle risorse idriche ,i sistemi di irrigazione sono arretrati e solo il 5% della superficie è coltivabile e irrigato.Negli anni 1980 per per proteggere il terreno dalla erosione è stato avviato un programma di riforestazione ,che ha dato buoni risultati e per arginare l'avanzata del deserto è stata impiantata una "barriera verde" ,ossia associazione arborea di pini e di cipressi(lunga 1500 Km e larga 20Km,ai margini settentrionali del Sahara.La superficie protetta costituisce l'1% del territorio; i parchi nazionali sono nove,di cui il più vasto è quello dell'Hoggar(4.500.000 ha).
Nucleo costitutivo dell'Algeria moderna fu,dopo la presenza dei Romani(nella foto l'arco di Traiano a Timgad,

presso Costantina, costruito nel II sec.d.C.), 
lo stato barbaresco di Algeri che,costituitosi nel 1516 come base di corsari turchi, si rese indipendente dall'impero ottomano nel sec.XVII,reggendosi autonomamente sotto l'autorità di un capo militare-bey-che ottenne il titolo di pascià.Conquistato dalla Francia fra il 1830 e il 1847 nonostante la tenace resistenzadell''emiro Abd-el-Khader,erroe nazionale dell'indipendenza algerina,il paese fu sottomesso definitivamente nel 1871e dichiarato parte integrante del territorio metropolitano francese.Da allora subì una pesante colonizzazione ed ai nativi non furono mai accordati i diritti garantiti ai cittadini francesi.Il movimento nazionalista ,costituito alla fine del 1800 oscillò inizialmente fra una totale assimilazione all'Algeria alla Francia e la rivendicazione dell'identità nazionale e dell'indipendenza.Dopo la seconda guerra mondiale,falliti tutti i tentatividi riforma nell'ambito del rapporto .il fronte di liberazione nazionale-FLN-chiese l'indipendenza e nel 1954 passò alla lotta armata,che si concluse con il ritiro nel 1962 delle truppe francesi,nonostante l'opposizione dei coloni euroei-pieds noir -e dell'OAS,organizzazione terroristica,guidata da ufficiali dell'esercito francese.La transizione verso la sovranità fu turbata dagli scontri fra le diverse fazioni dell'FLN e del GPRA-governo provvisorio algerino istituito durante la guerra-che si chiuse con l'affermazione di Ben Bella,eletto nel 1963 Presidente della Repubblica popolare di Algeria e del colonnello Boumedienne, capo dell'esercito e ministro della difesa.L'alleanza al vertice si spezzò nel 1965 con un colpo di stato del colonnello e ministro della difesa Houari Boumedienne,che destituì Ben Bella



Il regime,approvata una nuova costituzione nel 1976,intraprese la riforma agraria e nazionalizzò le compagnie petrolifere,mentre in politica estera si orientò verso il Movimento dei non allineati.Alla morte di Boumedienne l'esercito designò come suo successore Chadi Bendjedid,che confermato da un plebiscito nel nel 1979 e rieletto nel 1984,avviò un programma di riforme teso a gradualmente a smantellare lo stato come motore dello sviluppo e il monopolio politico dell'FLN.Modifiche alla costituzione introdotte nel 1979 e nel 1988 sotto la spinta di moti popolari e forti pressioni di piazza e una nuova costituzione del 1989 sancivano la separazione fra lo stato e il partito e ,eliminando ogni riferimento all'opzione socialista e ponevano fine al sistema a partito unico.In politica estera Bendjedid promosse la conciliazione con il Marocco, dopo la rottura dovuta all'avere appoggiato le rivendicazioni indipendentiste del Frone Polisario del Sahara occidentale.(ex-spagnolo).Nel 1989 si costituì l'alleanza del Maghreb arabo formata dal Marocco,Algeria, Tunisia, Mauritania e Libia.
La linea moderata non riuscì ad arginare le nuova tensioni sociali,che alimentate dalla grave situazione economica e dal malcontento di larghi strati della popolazione, sfociarono in un lungo periodo di scioperi e di dimostrazioni.Da questo malcontento trasse profitto il Fronte islamico di salvezza_FIS_che si impose nelle elezioni amministrative e nel primo turno delle elezioni politiche all'Assemblea Nazionaledel dicembre 1991.Ma il processo di democratizzazione venne bloccato drammaticamente nel dicembre 1992, quando il presidente Bendjedid venne sostituito da un alto consiglio di stato,guidato da Mohammed Boudiaf (uno dei capi storici del FLN),il secondo turno delle elezioni fu rinviato "sine die",fu proclamato lo stato di emergenza e il FIS venne sciolto d'autorità.Nel giugno 1992 veniva assassinato il presidente Boudiaf.Agli inizi del 1994 il Consiglio di stato lasciò il posto al presidente della repubblica,il generale dell'esercito Liamine Zeroual

confermato a suffragio diretto nel 1995 e rafforzato nei suoi poteri dagli emendamenti del 1996 alla costituzione.Ma la spirale terrorismo-repressione violenta non si è fermata e il paese è precipitato nella guerra civile: agli attentati e agli assassinii del terrorismo islamico__Gruppo islamico armato_ contro funzionari governativi, intellettuali e stranieri, individuati come "nemici dell'Islam" sono seguiti massacri di civili,mentre la repressione del governo militare si è fatta spietata (1994-1997).
Le contestate elezioni legislative del 1997 hanno visto l'affermazione di un di un nuovo partito,il Raggruppamento democratico nazionale(RDN),sostenitore della politica del pesidente.Dimessosi Zeroual, prima della fine del mandato,le elezioni presidenziali anticipate del 1999 sono state vinte da Abdelaziz

Boutleflika (a sinistra con il presidente brasiliano Lula nella foto) ,sostenuto dall'esercito e e dal partito di governo.Il presidente BoutlefliKa si è fatto promotore di una politica di riconciliazione nazionale varando la legge per la "concordia civile",che fu confermata dal referendum popolare.Ma il processo di riconciliazione non ha trovato piena attuazione,fra recrudescenze del terrorismo e rivendicazioni autonomiste dei berberi della regione Cabilia(2001).L'alternanza alla guida del governo dell'RDN(Raggruppamento democratico nazionale) e dell'FLN(Fronte di liberazione nazionale)infatti le elezioni politiche del 2002 hanno segnato il ritorno delle forze dell'FLN,ma nel 2003 il primo ministro Alì Benflis già in carica dal 2000, è stato destituito dal presidente BoutlefiKa con Ahmed Ouyahya,segretario dell'RDN, sostituito a sua volta nel 2006 da A. Belkhadem,segretario generake dell'FLN,non é riuscita né a stabilizzare la situazione politica nè a varare le riforme necessarie al rilancio dell'economia.Nelle elezioni presidenziali del 2004 è stato rieletto il presidente Boutleflika e così nelle elezioni del 2009.

AL JAZA’IR, AL –JUMHURIYAH  AL-JAZA’IRYAH
Ordinamento politico   Repubblica
Superficie  2 381 741 kmq
Popolazione  34 459 729 ab
Dens.15 ab/kmq
Capitale  Algeri (3 749 768)
Altre città  Oran(773 000),Costantina(445 000),Gardhaia(110 000)
Gruppi etnici Arabi 74%,Berberi 26%,
Lingue Arabo(ufficiale),francese, tamazight (lingua nazionale berbera)
Religioni Musulmani sunniti 99,5%,altri musulmani 0,4%,altri0,1%