Etichette

sabato 4 febbraio 2017

EGITTO

Beneficia di due facciate marittime, una sul Mediterraneo e una sul mar Rosso,confina ad O con la Libia, ad E con Israele, a S con il Sudan.il territorio comprende la penisola del Sinai,che appartiene geograficamente al continente asiatico.Il paese  è nell'insieme un vasto deserto,interrotto dal solco del grande fiume che lo attraversa da S a N,formando la lunga oasi della valle del Nilo.

Alto e basso Egitto,Valle del Nilo,Sinai





Valle del Nilo

Il canale di Suez aperto nel 1869 dopo 10 anni di lavoro,collega il  Mediterraneo al Ma Rosso.dal- l'imboccatura di Port Said attraversa diversi laghi, il Timsah e i Laghi Amari. Il canale fu chiuso dal 1969 al 1975 dopo la guerra  con Israele,successivamente ha continuato a svolgere un ruolo di primo piano negli scambi internazionali,infatti consente scambi internazionali più veloci fra Asia ed Europa. E' lungo 170 Km, largo 352 m. a livello dell'acqua e 107 m. sul fondo,profondo 20 metri.
Dopo lavori realizzati in tempi successivi,il canale è transitabile anche da navi di tonnellaggio superiore a 250000t .
Canale di Suez
La compagnia Suez Authority,dopo la nazionalizzazione  voluta dal colonnello Gamal Nasser
nel 1956 -il quale  liberò l'Egitto dal protettorato britannico,dominante fin dal 1914,pur essendo formalmente indipendente sotto la monarchia di re Faruk Ibn Fuad - ha sostituito la Compagnie Universelle du Canal de Suez,la società per azioni francese,che lo aveva costruito. Le entrate per diritti di transito oscillano fra i 1,6 e 2 miliardi di dollari all'anno.
La nazionalizzazione della Compagnia Suez Authority suscitò l'intervento armato di Francia,Inghilterra e Israele,quest'ultimo che occupò il Sinai e la striscia di Gaza,affidata in amministrazione all'Egitto dall'Onu. La grave crisi internazionale fu arrestata dall'opposizione di Usa ed Urss, che si opposero all'intervento franco-inglese. L'Egitto ,pur sconfitto militarmente,riebbe la propria integrità territoriale, ma la rottura dei rapporti con l'Occidente divenne inevitabile,mentre si rinsaldavano i legami con l'Urss, disposta a fornire aiuti tecnici e piani di sviluppo.
Gamal Nasser (a destra)
L'unione tentata con la Siria e Yemen nella Rau fallì e si sciolse nel 1961. Nel 1967 l'Egitto subì una grave sconfitta militare nella cosiddetta guerra dei 6 giorni contro Israele,con la perdita del Sinai,occupato militarmente da Israele.
Al presidente Nasser, morto nel 1970 succedette il colonnello Anwar Sadat,di tendenze più moderate verso le potenze occidentali.
Anwar Sadat
Dopo la nuova guerra detta del Kippur contro Israele nel 1973, ci fu la storica visita del presidente egiziano  Anwar Sadat a Gerusalemme del 1977,che preparò gli accordi di Camp David (1978-1979) nel Maryland (Usa), che stabilirono il ritiro di Israele dal Sinai,che ritornò all'Egitto,ma non da Gaza,che passò poi all'amministrazione palestinese.Questo accordo costò la vita al presidente Sadat, che fu assassinato nel 1981 da fondamentalisti islamici e l'espulsione dell'Egitto dalla Lega araba (Rau).
Il successore di Sadat,Hosni Mubarak,ha riavvicinato l'Egitto ai paesi arabi più moderati,fino alla riammissione alla Lega araba nel 1989.Nel 1990-91 l'Egitto è stato uno dei degli otto stati arabi che hanno partecipato alla coalizione multinazionale contro l'Iraq di Saddam Hussein nella guerra del Golfo(in cambio ha ottenuto l'annullamento di una parte del debito,contratto con l'Occidente e ne ha otttenuto cospicui crediti).Gli accordi del 1993-1994 tra
Israele e e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina(OLP),conclusi anche grazie alla mediazione di Mubarak,,hanno posto fine all'isolamento egiziano-dovuto alla espulsione dalla Lega araba,di cui sopra-,ridando all'Egitto un ruolo diplomatico nella regione,ruolo più volte esercitato anche nel 2000 quando l'Egitto si è affermato nella Lega araba come potenza moderata,alla ricerca di un dialogo con l'Occidente.
Hosni Mubarak
Le annunciate concessioni al pluralismo politico sono rimaste bloccate nei fatti:il partito del presidente mubarak ,Partito nazionale democratico (PND) ha il monopolio del potere esecutivo,legislativo,giudiziario,controlla l'esercito,l'apparato economico e i mass media.Solo nel 2005 Mubarak ha varato una riforma un senso più democratico della costituzione ,che ha aperto la strada al pluralismo,consentendo la presentazione di candidati di altri 9 partiti alle tre tornate elettorali tenutesi fra settembre e dicembre dello stesso anno.Queste elezioni in cui il Partito nazionale democratico ha guadagnato i due terzi dei 454 seggi in parlamento, hanno visto l'affermazione dei Fratelli Musulmani,che hanno ottenuto ben 88 seggi. I Fratelli musulmani sono il maggior partito 0 meglio movimento di opposizione,espressione di un Islam moderato,tollerato ma comunque illegale dal 1981,anno in cui fu varata una legislazione di emergenza in vigore.anche le elezioni del 2005 sono state vinte con larghissimo margine da Mubarak. La riforma elettorale ha segnato un rilevante passo avanti verso una transizione democratica,ritenuta indispensabile dal regime per tranquillizzare i governi occidentali, gli investitori e le istituzioni del credito internazionale,che vedono nell'Egitto il capofila della marcia araba verso la democrazia.Ma profonda è la crisi interna innescata dal risorgente integralismo islamico,che negli anni '90 ha condizionato la vita politica,sociale ma anche economica del paese (gli attentati terroristici nel 1993,1996,1997,2004,2005  e 2006 contro obiettivi turistici
Sharm el Sheik(2005) Hotel Al Ghazala dopo l'attentato
hanno danneggiato il settore più importante dell'economia nazionale. Nel massacro di Luxor del 1997 morirono 54 turisti e 4 egiziani, in quello di Sharm el Sheik, il più  grave,morirono 90 turisti di molte nazionalità, in prevalenza egiziani,la matrice terroristica degli attentati era Al Qaeda
   Mubarak mantenne il potere assoluto per trent'anni,fino alle dimissioni nel 2011,provocate da imponenti manifestazioni di massa.

Cairo(2011) Manifestazione antiMubarak
Le prime elezioni presidenziali libere (16/6/2012)sono state vinte da Muhammad Mursi,candidato del partito islamico dei Fratelli Musulmani, che aveva ottenuto un ampio                 consenso nelle precedenti elezioni legislative del 2011-2012.


Poi nel corso del 2013 .in seguito a nuove crescenti proteste di piazza, le forze armate,in particolare l'esercito guidato dal ministro della difesa,generale Abd al- Fattah as-Sisi hanno destituito il presidente eletto in carica Muhammed Mursi
Muhammed Mursi
e nominato al suo posto Adli Mansur, capo della Corte costituzionale suprema,prendendo di fatto il controllo del paese.I sostenitori di Mursi hanno dato vita a manifestazioni imponenti ,guidate dai Fratelli Musulmani, nei confronti dei quali viene messa in atto una durissima repressione con centinaia di vittime,Poi ad appena un anno di distanza dall'elezione,nel luglio del 2013,il presidente Mursi viene destituito da un colpo di stato militare ,messo in atto e guidato dal generale Abd  Al -Fattah al Sisi,
Abd Al -Fattah al Sisi
il quale,prendendo di fatto il controllo del paese mediante le forze armate,viene ufficialmente proclamato presidente della repubblica nel 2014.

sabato 26 novembre 2016

TUNISIA

La regione settentrionale,prevalentemente montuosa, è attraversata da SO a NE dalla "dorsale tunisina". Più a N si trovano i rilievi del Tell con il massiccio del Krumiria,a strapiombo sul Mediterraneo; più a S si trova la catena dell'Atlante sahariano,che prosegue i monti algerini di Tebessa e culmina nel monte Gebel Chambi(1544 m).Nel mezzo si colloca la valle della Medjerda,l'unico fiume tunisino, che sbocca nel mare formando un delta ,con dighe che consentono l'irrigazione della valle e la produzione dell'energia elettrica.Scendendo verso S si incontrano gli altopiani stepposi,digradanti verso le pianure costiere del Sahel, dall'arabo Sahil-riva- e la depressione dei grandi chott,antichi bacini sotto il livello del mare,ora coperti da residui salini,alimentati dai uidian e da falde sotterranee,utilizzati nelle oasi,che li circondano.Nella sezione più meridionale si stende la pianura della Djeffara,dominata dall'altopiano del Dahar e infine il deserto sabbioso e ciottoloso del grande erg sahariano orientale.La costa è frastagliata e rocciosa a N, piatta e sabbiosa a S di Hammamet, il mare ,poco profondo è molto pescoso.
Il clima a N è mediterraneo:a Tunisi la temperatura media di gennaioè di 11° centigradi,quella di luglio di 26° centigradi e le precipitazioni si aggirano intorno ai 450 mm annui.Sui rilievi cade abondante pioggia,(sino a 1500 mm annui) e l'inverno è rigido.Le pianure costiere presentano un clima più dolce con deboli escursioni termiche.A S della dorsle il clima si fa via via più secco tanto nelle coste tanto verso l'interno,fino a diventare desertico nell'estremo meridione.
Le pianure settentrionali ed orientali sono totalmente utilizzate dall'uomo(campi,maggesi,uliveti); nella valle del fiume Medjerda,nelle pianure del Sahel o nella Djeffara si è conservato molto della vegetazione naturale.Solo i rilievi settentrionali poco abitati e copiosamente irrorati dalle piogge presentano una vegetazione naturale di querce,lecci e pini di Aleppo. A sud della doersale domina la steppa ad alfa ed artemisia,che prelude al deserto. Diversi ecosistemi sono sottoposti a tutela ambientale (1,5% del terrritorio):una foresta dove sopravvive una specie di acacia,nel Gebel Bou Hedma,che ospita mufloni,struzzi,antilopi e gazzelle; la regione del Gebel Chambi,la regione più alta del paesedove è stato istituito un parco nazionale; il Parco nazionale dell'Ichkcul,lago nell'entroterra della città di Biserta (117000ab) dove si incontra la più alta concentrazione di uccelli migratori del Maghreb,proclamato dall'Unesco Patrimonio mondiale dell'umanità;le isole di Zembra e Zembretta a largo di capo Bon,;la riserva integrale di di Galiton,istituita su un'isola dell'arcipelago della Galite,al largo della costa del Corallo,che ospita una colonia di foche e il raro gabbiano corso.E' in via di realizzazione anche anche un parco nella zona desertica di Sidi Toui,per ptoteggere volpi,fenneclepri,rettili-varano del deserto-e insetti di questo fragile ecosistema.
Popolato da berberi sin dai tempi più antichi, il territorio della Tunisia,conobbe lo sviluppo della potenza marittima di Cartagine,fondata nell'814 a.C. dai Fenici.Dominio dei Romani dal 146 a.C.(nella foto l'anfiteatro romano della città di Al Jam), invasa dai vandali nel 439 d.C.,passata ai bizantini nel 533,venne conquistata dagli Arabi nel sec.VII e con il nome di Ifriqiya,rapidamente islamizzata e arabizzata.Il paese fu governato dalle dinastie degli Aghlabidi e in seguito dei Fatimidi.Nel 1160 l'impero maghrebini degli Almohadi stabilì un governatore a Tunisi(2250000ab),il paese aveva ormai acquisito il nome di Tunisia. Esso fu governato dalla dinastia degli Hafsidi sino alla conquista turca(1574).Dal 1705 il capo dell'amministrazione locale-bey-pur continuando a sottostare alla monarchia ottomana,ottenne il riconoscimento della succassione ereditaria.
Dal 1881 la Francia impose il suo protettorato (trattato del Bardo),dopo un braccio di ferro con l'Italia,che puntava a tutelare la coesistente colonia italiana.La colonizzazione francese determinò negli anni '30 la nascita di un partito nazionalista (Neodestur) guidato dal leader Habib Bourghiba,che si pose l'obiettivo di mettere fine al protettorato,si consolidò negli anni della II guerra mondiale e condusse poi una lotta di liberazione che portò gradualmente all'indipendenza del paese (1956).Proclamata la repubblica (1957)Burghiba ne fu eletto presidente(eletto a vita nel 1974) sino alla sua deposizione da parte del generale Zin el Abdin Ben Ali nel 1987,dopo un decennio di tensioni politiche e sociali. Il regime di Burghiba fu politicamente autoritario, ma socialmente progressista (promosse l'affermazione dei diritti delle donne-l'uguaglianza dei sessi- e l'abolizione della poligamia e del ripudio,introdusse il divorzio su base consensuale e sviluppò l'istruzione).Il governo di Ben Ali ha garantito la stabilità del paese, favorendo lo sviluppo economico e la pace sociale,ma consevando strutture autoritarie e reprimendo duramente il fondamentalismo islamico-mettendo fuori legge i partiti fondamentalisti-.Ben Ali è stato alleato dell'Europa e degli Sati Uniti nella lotta al terrorismo islamico,situazione che presso la comunità internazionale ha fatto passare in secondo piano il problema della mancanza di pluralismo democratico e della repressione degli oppositori,violando i diritti umani(alla vita,all'integrità fisica,alla difesa ecc.) e le libertà individuali di pensiero,di associazione in movimenti e partiti,sindacati ecc. Nel 2002 con un referendum pilotato il presidente ha fatto approvare una riforma costituzionale (definita un colpo di stato costituzionale dall'opposizione) che autorizza un numero illimitato di mandati presidenziali fino a riproporre la sua candidatura nel 2009 e sancisce l'immunità giudiziaria a vita del capo dello stato.La società civile non è ancora stata ridotta al silenzio ed ha espresso contrarietà da questa svolta autoritaria. Nelle carceri tunisine centinaia sono sempre stati i prigionieri politici,alcuni in isolamento prolungato da anni. In Tunisia l'islamismo è religione di stato e la sharia influenza il sistema giudiziario,ma alle donne è riconosciuta sostanziale parità di diritti rispetto agli uomini. Non vi sono normative discriminanti verso le donne,che hanno una buona rappresentanza in parlamento,in magistratura ed una media istruzione e sono piuttosto emancipate sia in ambito familiare che sociale.
Tuttavia a causa della repressione nei confronti dei dissidenti politici e del regime fortemente autoritario in ogni sua manifestazione sia amministrativa sia burocratica assai vessatorie mentre nel Paese con la corruzione si aggravano sempre di più la disoccupazione,la povertà, la fame,l'assenza di diritti civili e di libertà di espressione e di manifestazione,iniziano le proteste spontanee a seguito del gesto disperato di un ambulante, Mohamed Bouazizi, che il 17 dicembre 2010 nella cittadina di Sidi Buzid,nel centro della Tunisia, si dà fuoco per protestare contro il sequestro da parte della polizia della sua merce,non avendogli l'autorità locale voluto concedere la licenza necessaria per il commercio. Il 27 dicembre il movimento di protesta si diffonde anche a Tunisi, dove giovani laureati disoccupati manifestano per le strade della città e vengono colpiti dalla mano pesante operata dalla polizia.
Nonostante un rimpasto di governo il 29 dicembre, le rivolte nel paese non si placano. Il 13 gennaio il presidente tunisino Ben Ali in un intervento sulla tv nazionale si impegna a lasciare il potere nel 2014 e promette che garantirà la libertà di stampa. Il suo discorso però non calma gli animi e le manifestazioni continuano.Meno di un’ora dopo decreta lo stato d’emergenza e impone il coprifuoco in tutto il Paese. Poco dopo il primo ministro Mohamed Ghannouchidichiara di assumere la carica di presidente ad interim fino alle elezioni anticipate.In serata viene dato l’annuncio che Ben Ali, dopo ventiquattro anni al potere, ha lasciato il Paese.
A fine febbraio 2011 alcune decine di migliaia di manifestanti si radunano nel centro di Tunisi per chiedere le dimissioni del governo provvisorio, insediatosi dopo la cacciata dell'ex presidente Zine el-Abidine Ben Ali.
«Votate senza paura». Questo è l’appello finale del primo ministro tunisino Beji Caid Essebsi, pronunciato giovedì sera prima della chiusura della campagna elettorale per la nuova assemblea costituzionale. Un momento storico per il paese.
Un contesto che, in particolare, dà rilievo a queste elezioni. Anche dal punto di vista storico: la Tunisia, dal 1956, anno in cui la Francia concesse l’indipendenza totale, ha sempre avuto elezioni controllate. La maggior parte dei partiti d’opposizione era bandita. Quelli ammessi alla corsa erano, in generale, partiti del regime mascherati, per mantenere una parvenza democratica. Nel corso delle elezioni non mancavano episodi di violenza e intimidazione per orientare il voto. In ogni caso, il ministro dell’interno aveva il compito della conta dei risultati, lasciando agli avversari solo un pugno di seggi in parlamento.
Secondo alcuni, con il voto di domani si deciderà non solo la composizione della costituente, ma anche l’esito dell’intera primavera araba.
L’assemblea dovrà redigere una nuova costituzione, sostituendo quella del 1956, decidendo anche le future elezioni. Ci sarà un presidente, che avrà carica più onoraria che effettiva. La durata del mandato non è specificata, ma i dodici più importanti partiti si sono accordati perché non duri più di un anno. I candidati rispecchiano il più possibile la società tunisina: il 7 settembre, al termine della settimana di registrazione delle liste candidate, il risultato era di 81 partiti e centinaia di associazioni indipendenti. Tra questi, anche Ennahda (“Il Partito della Rinascita”), guidato da Rachid Ghannouchi: il suo ritorno in Tunisia alla fine dello scorso gennaio, dopo 22 anni di esilio, era stato salutato da una folla festante. Era il primo segnale evidente della grande popolarità di Ennahda, che non ha mancato di suscitare preoccupazione, all’estero, per la sua natura religiosa e le sue intenzioni non proprio limpide.
La forza di Ennahda, anche secondo quanto spiega il leader, è la sua attiva presenza nella società tunisina. Con opere di carità e assistenza ai bisognosi, ricorda. Oltre a quella che considera una «naturale simpatia» per un movimento tenuto in esilio per oltre 20 anni. Vero. Ma, va aggiunto, anche all’abilità di stabilire legami tribali e alleanze. Ora, secondo gli ultimi sondaggi, Ennahda dovrebbe ottenere il 25% dei voti, per raggiungere i 54 seggi, su un’assemblea di 217. Sarebbe un successo enorme.
«Noi siamo sempre stati dalla parte della democrazia», ha dichiarato Ghannouchi il 17 ottobre. Il suo era insieme un appello al voto, ma anche una proclamazione di intenti. Un modo per rassicurare l’occidente e i laici tunisini. «Abbiamo sempre ritenuto che fosse la via migliore contro l’ingiustizia e l’autoritarismo». Non solo: «grazie ai suoi meccanismi, permette la protezione dei diritti delle persone e la pacifica trasmissione dei poteri». Tra i diritti, sottolinea, anche quelli delle donne. Uno dei punti più delicati. Sul punto Ennahda è visto con sospetto: la sua radice religiosa comporterebbe, secondo molti, anche una visione precisa del ruolo della donna, che si ispirerebbe agli usi islamici. In un paese ancora legato alla tradizione, una posizione rigida sulla questione porterebbe a un’involuzione generale della partecipazione della figura femminile nella società. Questo è il timore.
Niente di tutto ciò è vero, assicura. «Si tratta di una serie di attacchi che subiamo ogni giorno da parte dei nostri avversari. Oltre a ciò, il partito paga vent’anni di fobia instillata dal passato regime. Ma il nostro programma, dove la parità tra i sessi figura tra i punti fondamentali, è chiaro». E, per rendere chiaro anche il concetto, tra i candidati del partito c’è anche una donna: Souad Abdel-Rahim. La sua figura, in effetti, si inquadra poco con la tradizione. Veste sportivamente, ha un piglio sicuro e gira senza il velo. «Ma questo non significa che siamo contro l’uso del niqab», spiega Souad. «Al contrario, noi vogliamo che la donna tunisina si senta libera di indossarlo, se vuole. E di non indossarlo, se non vuole». Semplice. Ma non convince tutti. Secondo molti, si tratta solo di un modo per tranquillizzare i laici. E anche dal punto di vista elettorale, una mossa strategica: il 45% degli elettori che voteranno domenica sono donne.
Nonostante le assicurazioni di Ghannouchi e dei suoi militanti, il dubbio sulle reali intenzioni del partito rimane. Non per nulla le dichiarazioni dello scorso agosto, rilasciate a un giornale del Cairo, hanno generato allarme. Ghannouchi aveva parlato di istituire un califfato in Tunisia come «obiettivo ultimo». Aldilà di considerazioni di opportunità, dettate dalla volontà di assicurarsi l’appoggio dei Fratelli Musulmani, la forma del califfato non ha molti punti di contatto con la democrazia moderna. In ogni caso, dal punto di vista ufficiale, il partito vuole porsi come un punto di riferimento sicuro, non attaccato alla tradizione e aperto a importanti riforme. Una posizione di equilibrio che tiene conto anche del suo bacino elettorale, radicato nelle campagne e nelle periferie.
Ad elezioni avvenute il partito vincente con il 30% dei voti è il partito islamico Ennahdha di Rachid Ghannuci,l'intellettuale rientrato in patria in gennaio scorso dopo un ventennale esilio a Londra.Il secondo partito -con il 12% dei voti- è il Congresso per la repubblica ,partito laico di centro-sinistra,guidato dal difensore dei diritti umani Moncef Marzouki,rifugiatosi in Francia dal 2002 e accolto all'aeroporto al suo ritorno da una folla di "rivoluzionari" festanti,mentre il partito socialdemocratico Pdp di Ahmed Chebbi,che ha condotto la campagna elettorale contro i rischi dell'islamismocon il 4 % viene considerato il grande sconfitto.Il partito vincente islamico Ennhadha di Rachid Ghannouci a Sfax come a Beja ha sfiorato la maggioranza assoluta, in ognuna delle circoscrizioni lo scrutinio lo ha visto in testa,conquistando 70 seggi su 200 dell'Assemblea nazionale.Il partito islamico Ennhadha propone un modello moderato, insistendo sul rispetto delle regole e dei diritti dei singoli, dunque presentandosi come democratico e in economia aperto agli investitori stranieri.Senza porre particolari condizioni invita gli altri partiti avversari a partecipare ad un governo di unità nazionale,che verrà varato dopo il 9 novembre e dovrebbe durare in carica un anno,in attesa che la Tunisia vada alle elezioni politiche e presidenziali.
TUNUS AL-JUMHURIYAH AT TUNUSIYAH

Ordinamento politico   Repubblica

Superficie  163610 kmq

Popolazione 10982754 ab

Densità  67 ab/kmq

Capitale  Tunisi (2721000 ab

Altre città  Sfax (272801ab)

Gruppi etnici  Arabi 96,2% Berberi 1,4% Altri 2,4%

Lingue  Arabo (ufficiale), Francese

Gruppi religiosi  Musulmani sunniti 99%


sabato 19 novembre 2016

Il Nord Africa


Da Ovest a Est le coste mediterranee dell'Africa hanno tre aspetti diversi:
- a occidente sono dominate per 2000 Km dai monti dell'Atlante,fasci di catene parallele alla costa,che arrivano a punte di elevazione di oltre 4000m con il monte Toubkal e spiccano sopra una pianura costiera stretta molto fertile. Sono ricche di boschi sui versanti marittimi,perché ricevono l'umidità dell'Atlantico e del Mediterraneo e racchiudono anche altopiani stepposi;
- al centro una grande rientranza verso Sud crea i golfi di Gabès e della Sirte
e il deserto giunge alle rive del mare con grandi oasi come quella di Tripoli;
- a oriente é la sporgenza del Delta del Nilo, molto ramificato. E' fertilissimo,ma la vegetazione vive fin dove arriva l'ultima goccia del fiume .Il resto del territorio é desertico.
Il Sahara si estende dall'Atlantico al Mar Rosso,per tutta la longitudine del continente.Ha un'estensione di 9 milioni di Kmq ed è formato da tavolati alti da 300 a 800 metri. In posizione centrale s'innalzano alcuni gruppi montuosi isolati: da ovest a estsono l'Aghar (2918 m) l'Air (2022m) e il Tibesti (3415m).
L'erg, il deserto di sabbia con le dune è uno degli aspetti del Sahara, poi vi sono il serir,deserto di ciottoli e l'hamada deserto di sola roccia.L'escursione termica diurna é altissima: la temperatura medi a di 45 gradi C durante il giorno-quando la sabbia è rovente per il sole- può scendere a 0 gradi C durante la notte.
Le oasi sorgono nelle bassure ,dove affiora l'acqua di una falda sotterranea:queste isole verdi nel mare di sabbia gialla accolgono le ricche coltivazioni su tre piani:al livello superiore le palme da datteri,più in basso i frutteti e al suolo gli ortaggi. Alle oasi naturali se ne aggiungonomolte artificiali'estraendo l'acqua dal sottosuolo profondo,così come si fa per il petrolio.
A Sud il deserto si trasforma nel Sahel,ossia la steppa,prateria a tratti erbosa, ma i confini meridionali del deserto a causa della siccità si estendono sempre più a sud ,pertanto il Sahara avanza "desertificando" e privando gli abitanti di terre coltivabili.


Sahara libico

Il Medio Oriente

E'la parte più settentrionale dell'Asia,tra il Mediterraneo e il mare Arabico,tra l'Africa e l'India,i suoi confini sono delimitati su tre lati da elementi naturali:
- a nord il mare Mediterrano,il mar Nero, i monti del Caucaso,la parte meridionale del mar Caspio
- a ovest il canale di Suez,il mar Rosso e il golfo di Aden
- a sud l'Oceano Indiano,da cui si dirama il golfo Persico.
I confini ad est sono meno definiti, ma si possono fissare approssimativamente sulle montagne, che delimitano ad oriente l'altopiano iranico e afghano.
Considerando a parte l'isola di Cipro e la Turchia,che geograficamente fanno parte dell'Asia,ma politicamente e storicamente sono europee, il Medio Oriente si può dividere in tre zone:
- quella che va dalla zona mediterranea alla Mesopotamia,detta Mezzaluna fertile(la mezzaluna é un simbolo islamico,così chiamata perché ricca di acque e coltivabile,ma in molte zone arida)
- il tavolato arabico arido e a clima torrido
- gli altopiani dell'Iran e dell'Afghanistan,che hanno catene montuose sui bordi e quindi l'interno molto arido a clima continentale,molto caldo in estate e molto freddo in inverno,così come l'Anatolia turca.
Le catene montuose di questa vasta regione sono ampie e toccano altezze imponenti,come il monte Ararat più a sud e i monti Elburz lungo la costa meridionale del mar Caspio,che superano i 5000 m.Nel sottosuolo di molti stati vi sono immensi giacimenti di petrolio(un quarto della produzione mondiale),che scatenano grandi interessi e sono una delle cuse dei molti conflitti,che tormentano la regione.
Monte Ararat (5165m) al confine fra Turchia e Armenia caucasica

ALGERIA

E' il più vasto dei paesi del Maghreb e il secondo dell'Africa per superficie(dopo il Sudan),ma più di quattro quinti del suo territorio sono occupati dal deserto del Sahara.Confina ad O con il Marocco e con il Sahara occidentale, a SO con la Mauritania e il Mali,a SE con il Niger,ad E con la Libiae la Tunisia,a N. con il mare Mediterraneo su cui é affacciato.Il Nord si affaccia sul marecon 1200 Km di coste alte e rocciose e con andamento rettilineo.La fascia litoranea profonda un centinaio di chilometri ha clima e vegetazione tipicamente mediterranei.Alle sue spalle si elevano due catene montuose parallele,il Piccolo Atlante e l'Atlante sahariano,che con massicci dell'Aures(oltre 2000m) segnano il limite settentrionale dell'area desertica.Le due catene montuose suddette corrono parallele da O a E racchiudendo altopiani semiaridi e stepposi,costellati da sciott,ossia depressioni interne.Nella fascia settentrionale si concentra il 95% della popolazione,mentre l'immensa area desertica meridionale sahariana é pressoché spopolata.La regione sahariana é costituita da una piattaforma alta poche centinaia di metri,che a SE si innalza in bastioni rocciosi di arenaria(tassili) o di calcare(hamada) e in massicci vulcanici, tra cui spicca l'Hoggar(quasi 3000 m.).Si alternano due tipi di paesaggio:l'erg(deserto di sabbia) e il serir (deserto di sassi).
Il clima secco e arido (a Bechar 70 mm di pioggia annua) con forti escursioni termiche stagionali e giornaliere (temperatura media annua 36 gradi di giorno e 5 gradi di notte) impedisce la crescita di qualsiasi vegetazione durevole,tranne che nelle oasi,che sono alimentate dalle acque sotterranee.Le più grandi oasi si trovano nella parte NE del Sahara algerino,in cui abbondano i anche giacimenti di petrolio e di gas naturale.Dal 1972 é stata trasformata in Parco nazionale una vasta area archeologica del Tassilj n'Ajjer(2000 m) ai confini con la Libia, dove migliaia di pitture rupestri ,risalenti a 10000 anni a.C. forniscono preziose testimonianze sulla vita del Sahara e rappresentato la prova iconografica dei cambiamenti climatici avvenuti nella regione negli ultimi millenni (dal 1982 la zona è stata inclusa dall'Unesco nel Patrimonio dell'umanità).
L'Algeria povera di acque.I fiumi hanno in genere regime di uadi(corsi d'acqua stagionali) e alternano periodi di piena abbondante in inverno a periodi di siccità per il resto dell'anno.I maggiori corsi d'acqua sono quelli che,dai monti dell'Atlante più a N, detti Atlante del Tell, sfociano nel Mediterraneo.Per quanto riguarda il litorale,quello orientale dove si trovano la capitale Algeri(3.749.000ab)

e Skikda(179000) beneficia di oltre 600mm annui di pioggia,



mentre il litorale occidentale,dove si trova la città di Oran (773000)



è piuttosto arido e secco (250 mm annui).Gli insediamenti interni sono molto limitati a causa della scarsità delle risorse idriche ,i sistemi di irrigazione sono arretrati e solo il 5% della superficie è coltivabile e irrigato.Negli anni 1980 per per proteggere il terreno dalla erosione è stato avviato un programma di riforestazione ,che ha dato buoni risultati e per arginare l'avanzata del deserto è stata impiantata una "barriera verde" ,ossia associazione arborea di pini e di cipressi(lunga 1500 Km e larga 20Km,ai margini settentrionali del Sahara.La superficie protetta costituisce l'1% del territorio; i parchi nazionali sono nove,di cui il più vasto è quello dell'Hoggar(4.500.000 ha).
Nucleo costitutivo dell'Algeria moderna fu,dopo la presenza dei Romani(nella foto l'arco di Traiano a Timgad,

presso Costantina, costruito nel II sec.d.C.), 
lo stato barbaresco di Algeri che,costituitosi nel 1516 come base di corsari turchi, si rese indipendente dall'impero ottomano nel sec.XVII,reggendosi autonomamente sotto l'autorità di un capo militare-bey-che ottenne il titolo di pascià.Conquistato dalla Francia fra il 1830 e il 1847 nonostante la tenace resistenzadell''emiro Abd-el-Khader,erroe nazionale dell'indipendenza algerina,il paese fu sottomesso definitivamente nel 1871e dichiarato parte integrante del territorio metropolitano francese.Da allora subì una pesante colonizzazione ed ai nativi non furono mai accordati i diritti garantiti ai cittadini francesi.Il movimento nazionalista ,costituito alla fine del 1800 oscillò inizialmente fra una totale assimilazione all'Algeria alla Francia e la rivendicazione dell'identità nazionale e dell'indipendenza.Dopo la seconda guerra mondiale,falliti tutti i tentatividi riforma nell'ambito del rapporto .il fronte di liberazione nazionale-FLN-chiese l'indipendenza e nel 1954 passò alla lotta armata,che si concluse con il ritiro nel 1962 delle truppe francesi,nonostante l'opposizione dei coloni euroei-pieds noir -e dell'OAS,organizzazione terroristica,guidata da ufficiali dell'esercito francese.La transizione verso la sovranità fu turbata dagli scontri fra le diverse fazioni dell'FLN e del GPRA-governo provvisorio algerino istituito durante la guerra-che si chiuse con l'affermazione di Ben Bella,eletto nel 1963 Presidente della Repubblica popolare di Algeria e del colonnello Boumedienne, capo dell'esercito e ministro della difesa.L'alleanza al vertice si spezzò nel 1965 con un colpo di stato del colonnello e ministro della difesa Houari Boumedienne,che destituì Ben Bella



Il regime,approvata una nuova costituzione nel 1976,intraprese la riforma agraria e nazionalizzò le compagnie petrolifere,mentre in politica estera si orientò verso il Movimento dei non allineati.Alla morte di Boumedienne l'esercito designò come suo successore Chadi Bendjedid,che confermato da un plebiscito nel nel 1979 e rieletto nel 1984,avviò un programma di riforme teso a gradualmente a smantellare lo stato come motore dello sviluppo e il monopolio politico dell'FLN.Modifiche alla costituzione introdotte nel 1979 e nel 1988 sotto la spinta di moti popolari e forti pressioni di piazza e una nuova costituzione del 1989 sancivano la separazione fra lo stato e il partito e ,eliminando ogni riferimento all'opzione socialista e ponevano fine al sistema a partito unico.In politica estera Bendjedid promosse la conciliazione con il Marocco, dopo la rottura dovuta all'avere appoggiato le rivendicazioni indipendentiste del Frone Polisario del Sahara occidentale.(ex-spagnolo).Nel 1989 si costituì l'alleanza del Maghreb arabo formata dal Marocco,Algeria, Tunisia, Mauritania e Libia.
La linea moderata non riuscì ad arginare le nuova tensioni sociali,che alimentate dalla grave situazione economica e dal malcontento di larghi strati della popolazione, sfociarono in un lungo periodo di scioperi e di dimostrazioni.Da questo malcontento trasse profitto il Fronte islamico di salvezza_FIS_che si impose nelle elezioni amministrative e nel primo turno delle elezioni politiche all'Assemblea Nazionaledel dicembre 1991.Ma il processo di democratizzazione venne bloccato drammaticamente nel dicembre 1992, quando il presidente Bendjedid venne sostituito da un alto consiglio di stato,guidato da Mohammed Boudiaf (uno dei capi storici del FLN),il secondo turno delle elezioni fu rinviato "sine die",fu proclamato lo stato di emergenza e il FIS venne sciolto d'autorità.Nel giugno 1992 veniva assassinato il presidente Boudiaf.Agli inizi del 1994 il Consiglio di stato lasciò il posto al presidente della repubblica,il generale dell'esercito Liamine Zeroual

confermato a suffragio diretto nel 1995 e rafforzato nei suoi poteri dagli emendamenti del 1996 alla costituzione.Ma la spirale terrorismo-repressione violenta non si è fermata e il paese è precipitato nella guerra civile: agli attentati e agli assassinii del terrorismo islamico__Gruppo islamico armato_ contro funzionari governativi, intellettuali e stranieri, individuati come "nemici dell'Islam" sono seguiti massacri di civili,mentre la repressione del governo militare si è fatta spietata (1994-1997).
Le contestate elezioni legislative del 1997 hanno visto l'affermazione di un di un nuovo partito,il Raggruppamento democratico nazionale(RDN),sostenitore della politica del pesidente.Dimessosi Zeroual, prima della fine del mandato,le elezioni presidenziali anticipate del 1999 sono state vinte da Abdelaziz

Boutleflika (a sinistra con il presidente brasiliano Lula nella foto) ,sostenuto dall'esercito e e dal partito di governo.Il presidente BoutlefliKa si è fatto promotore di una politica di riconciliazione nazionale varando la legge per la "concordia civile",che fu confermata dal referendum popolare.Ma il processo di riconciliazione non ha trovato piena attuazione,fra recrudescenze del terrorismo e rivendicazioni autonomiste dei berberi della regione Cabilia(2001).L'alternanza alla guida del governo dell'RDN(Raggruppamento democratico nazionale) e dell'FLN(Fronte di liberazione nazionale)infatti le elezioni politiche del 2002 hanno segnato il ritorno delle forze dell'FLN,ma nel 2003 il primo ministro Alì Benflis già in carica dal 2000, è stato destituito dal presidente BoutlefiKa con Ahmed Ouyahya,segretario dell'RDN, sostituito a sua volta nel 2006 da A. Belkhadem,segretario generake dell'FLN,non é riuscita né a stabilizzare la situazione politica nè a varare le riforme necessarie al rilancio dell'economia.Nelle elezioni presidenziali del 2004 è stato rieletto il presidente Boutleflika e così nelle elezioni del 2009.

AL JAZA’IR, AL –JUMHURIYAH  AL-JAZA’IRYAH
Ordinamento politico   Repubblica
Superficie  2 381 741 kmq
Popolazione  34 459 729 ab
Dens.15 ab/kmq
Capitale  Algeri (3 749 768)
Altre città  Oran(773 000),Costantina(445 000),Gardhaia(110 000)
Gruppi etnici Arabi 74%,Berberi 26%,
Lingue Arabo(ufficiale),francese, tamazight (lingua nazionale berbera)
Religioni Musulmani sunniti 99,5%,altri musulmani 0,4%,altri0,1%

venerdì 6 novembre 2015

MAROCCO


Il clima nel Nord ovest è di tipo mediterraneo,ma procedendo verso Est e verso il centro si fa via via più arido fino a diventare desertico,spazzato in estate dal caldissimo "scirocco" (chergui),le precipitazioni decrescono da Nord a Sud e vengono assorbite da terreni molto permeabili,formando falde sotterranee e alimentando sorgenti. 

Alla morte di re Hassan II gli è succeduto nel Luglio 1999 il figlio Sidi Mohammed ossia Mohammed VI (Rabat 1963),il quale ha intrapreso una politica di riforme tese ad un maggior rispetto dei diritti umani e sociali nei confronti delle donne,della lotta alla corruzione e di un nuovo diritto di famiglia(2004) che sancisce l'uguaglianza degli uomini e delle donne davanti alla legge.le donne possono sposarsi dopo i 18 anni e senza l'autorizzazione del padre,non hanno l'obbligo di obbedienza al marito,non possono essere ripudiateunilateralmente -vi è il tribunale che si occupa del divorzio consensuale- la poligamia è ammessa dalla legge,ma deve essere autorizzata dal giudice,che la concede solo se l'uomo è in condizioni di mantenere economicamente le mogli.L'integralismo islamico invece è in crescita nel paese,le elezioni del 2002-le prime veramente libere-sono state vinte dai socialisti,ma il partito islamicoè diventato la terza forza politica del paese, passando a 42 seggi da appena 12,che ne aveva.Nel maggio 2003un attentato terroristico a Casablancaha provocato 45 morti,mettendo a repentaglio uno dei pilastri economici del paese,il turismo.Il re ha risposto con forti misure repressive-alcune associazioni per i diritti umani hanno denunciato anche arresti indiscriminati nei confronti di oppositori politici,non implicati nel terrorismo e sul piano internazionale ha rafforzato i legami con gli Usa.Anche nello scorso aprile 2011 vi à stato un attentato terroristico di Al Qaeda con l'esplosione di 4 bombole di gas a Marrakesh nella piazza Djemaa, la più frequentata dai turisti con 14 morti e più di 20 feriti.

Casablanca (2933000 ab.)


Affacciato sulle sponde del Mediterraneo a Nord e dell'Atlantico a Ovest, il Marocco è lo stato africano e arabo più prossimo all'Europa,da cui lo separano solo i 14 Km dello stretto di Gibilterra,confina a E. con l'Algeria e a S con la Mauritania,attraverso il Sahara occidentale,in parte annesso nel 1976 e nel 1979.Il territorio é dominato dal sistema dell'Atlante,suddiviso in quattro catene montuose, circondate e separate da pianure e da altopiani,in cui rientra il monte Toubkal (4165m) il più elevato dell'intero sistema.Questo anfiteatro di rilievi comprende altopiani e tavolati sedimentari,quali il tavolato dei fosfati,che digradano verso pianure interne e costiere. Il Marocco è tra i paesi del Nordafrica il più ricco di risorse idriche,fiumi provenienti appunto dal sistema montuoso dell'Atlante e che hanno un regime stagionale,con piene invernali e magre estive prolungate. Le antiche tradizioni berbere dell'ingegneria idraulica e la "politica delle dighe" varata dal governo negli anni 1960 hanno reso utilizzabili tutti i corsi d'acqua per un vasto programma di irrigazione,consentendo in settanta dighel'irrigazione di circa 1000000 di ettari di territorio-circa l'11% della superficie coltivabile- e il rifornimento idrico delle città.


Arco di Caracalla 
Popolato sin dai tempi più antichi da popolazioni Berbere, il Marocco conobbe dal II millennio a.C. la penetrazione fenicia. Colonizzato dai Romani con il nome di provincia di Mauritania(di cui nella foto si vede l'arco dell'imperatore Caracalla del III sec. d.C.)e devastato dai Vandali nel sec. V d.C., fu islamizzato dal VII sec. d.C. e divenne centro di aggregazione di grandi imperi. Un primo stato nazionale si costituì con la dinastia arabo-berbera degli Idrisidi,dal re Idris (788-921) cui seguirono quelle degli Almoravidi e degli Almohadi (1147-1269) che estesero i confini del loro impero alla Spagna meridionale e alla Tunisia, poi quelle dei Merinidi e dei Watasidi (1472-1554).L'occupazione portoghese dei porti del Marocco, provocò reazioni nazionalistiche e religiose che portarono al potere l'attuale dinastia degli Alawidi,ritenuta diretta discendente del profeta Maometto.
Re Hassan II
Il Marocco riuscì a tutelare la propria sovranità contro i Turchi Ottomani, ma non vi riuscì verso la colonizzazione della Francia,divenendo protettorato francese nel 1912,tranne la zona settentrinale del Rif,che fu riconosciuta alla Spagna,la quale già si era costruita un enclave nel territorio. Il primo governo francese del governatore Lyautey dovette fronteggiare la rivolta berbera del Rif, capeggiata da Abdl el-Krim(1920-1926).In seguito la Francia amministrò il paese, ma ripresero le agitazioni nazionalistiche, che si organizzarono nel partito Istiqlal e la situazione internazionale la indussero ad accordare l'indipendenza (1956),cui seguì il ritiro anche della Spagna dalla regione del Rif, nord con la città di Tetouan (500000 ab.).

Quando la Spagna abbandonò la zona del Sahara occidentale-altra zona di colonizzazione spagnola-il Marocco se lo annesse uniteralmente(1976-1979),provocando la guerra con il Fronte Polisario, organizzazione politica e militare che voleva l'indipendenza del Sahara occidentale ed aveva costituito la Repubblica arabo-sahariana democratica.
Il governo del sovrano Hassan II Alawidi (Rabat1929-Rabat1999) è stato accusato di autoritarismo e di violazione dei diritti umani.Nel 1992 è stata approvata una riforma costituzionale,che ha ampliato i poteri del parlamento,ma dopo il 1993 il blocco democratico,che raggruppa i 5 maggiori partiti dell'opposizione,si è rifiutato di prestarsi ad un'alternanza di governo e il re Hassan II ha continuato a governare con la sua coalizione di fedelissime forze.Grazie al suo carisma di discendente del profeta e all'azione repressiva molto dura il sovrano è riuscito a contenere la diffusione del fondamentalismo islamico.Solo nel 1997 la vittoria elettorale alle elezioni dei socialisti -Unione socialista delle forze popolari- ha aperto per la prima volta la strada all'alternanza politica.


Al Maghrib,Al Mamlakah al-Maghribiyah
Ordinamento politico   Monarchia costituzionale
Superficie    458 730 Kmq
Popolazione  31 992 600 abitanti
Dens. 70 ab/kmq
Capitale Rabat (1 705 000)
Altre città  Casablanca (3 685 000), Marrakesh (872 000)
Gruppi etnici  Arabi 65%,Berberi 33 %,altri 2%
Lingue  Arabo(ufficiale),dialetti berberi,francese
Religioni  Musulmani sunniti (99,8%),altri(0,2%)

venerdì 30 ottobre 2015

LIBIA

La Libia è per estensione il 4° paese del continente africano.I suoi confini -a E con l'Egitto,a SE con il sudan, a S con il Ciad,a SO con il Niger, a O con l'Algeria, a NO con la Tunisia- sono rettilinei,non coincidendo con precise demarcazioni fisiche; a N si affaccia sul Mediterraneo con 900 Km di coste.




Il fronte mediterraneo comprende le storiche regioni della Tripolitania ad O e della Cirenaica ad E e al centro la fascia litoranea del golfo della Sirte.La piattafoma sahariana raggiunge quasi la linea di costa e il deserto comincia a poche decine di chilometri dal mare ; a una ventina di chilometri verso l'interno passa l'isoieta-la curva delle piogge-dei 100 mmm annui e la temperatura in estate fiora i 50° C;in primavera e in autunno un vento caldo secco proveniente dal S, il ghibli,spesso annulla i benefici delle scarse precipitazioni.Solo in due zone costier situate alle estremità orientale e occidentaleil rilievo attenua calura e siccità.In Cirenaica ,a E il Gebel al-akhdar(872m),la verde montagna riceve fino a 850 mm di pioggia e la vegetazione di pini, lecci,ulivi,mandorli,carrubi diventa più varia;in Tripolitania,a O,il Gebel Nwefusa(968m)registra intorno ai 300 mm.annui di precipitazioni,che consentono un popolamento più intenso.Verso il mare entrambi i Gebel digradano verso terrazze o pianure,incontrandosi nell'interno nella steppa,che precede il deserto.
L'interno del paese è occupato dal deserto,che a E prende il nome di desero libico

Il paesaggio predominante sia nell'O,sia nell'E (Fezzan) è quello dell'erg,,il deserto formato da dune sabbiose con carattere di penepiano.Verso E ,tuttavia vaste aree hanno come paesaggio tipico il serir,desero pietroso,,mentre ad O ,al confine tunisino le distese di sabbia sono cpstellate da rocce,chiamate hamada.A S le propaggini del Tibesti superano il confine con il Ciad e formano una piccola zona di deserto di montagna di 2000m.Ad E verso il confine con l'Egitto,l'oasi di Cufra occupa un'area di 1200 kmq,dove le palme da dattero,eucalipti e tamerici,acacie riparano dal sole le colture sottostanti.
Il nome Libia fu usato già nell'antichità per indicare sia la regione del popolo dei libii,sia presso i Greci tuttta l'Africa allora conosciuta.Dopo la colonizzazione fenicia_1000 a.C._ e quella dll'isola di Creta,la Libia nei primi secoli dell'era cristian fu colonizzata dai Romani che vi costruirono la città di Sabratha (oggi a 80 Km da Tripoli)  fino alle invasioni dei Vandali_sec V-poi occupati dai Bizantini nel VI sec.Nel VII sec. ebbe inizio l'arabizzazione della regione e le locali popolazioni berbere si convertirono all'Islam.Il territorio era il principale transito transahariano dell'oro,che veniva commerciato verso il Mediterraneo a partire dall'Africa nera.Nel 1551 cadde sotto la dominazione turca e nel sec.XVIII recuperò una parziale autonomia sotto la dinastia dei Caramanli.
Nel 1911 l'Italia occupò Tripoli,piegando la resistenza della confraternita religiosa musulmana dei Senussidi,che si erano dati un'organizzazione politico-militare e dominavano il paese dalla metà del 1800.La guerra italo-turca si concluse dopo un anno di guerra con il riconoscimento da parte della Turchia della sovranità italiana sulle province di Cirenaica e Tripolitania.Dopo la sconfitta di Italiani e Tedeschi nella II guerra mondiale,il territorio passò sotto il controllo militare britannico_Tripolitania e Cirenaica_-e francese _il Fezzan_.Nel 1951 in virtù di una risoluzione dell'Onu il paese proclamò la indipendenza dal Regno Unito sotto la monarchia dei Senussidi,il re Mohammed Idriss-al Senussi-che siera distinto nella lotta di resistenza contro l'occupazione italiana nella zona di Tripoli. Il nuovo stato usò la sua posizione strategica per dare le basi militari a Gl Regno Unitoealla Francia,in cambio del loro sostegno finanziario,ma le cose cambiarono quando nel 1969 furono scoperti i pozzi di petrolio.
Nel 1960 re Idriss fu deposto da un colpo di stato dei militari,,12 ufficiali guidati dal colonnello Muammar Gheddafi  istituirono il Comando del consiglio della rivoluzione e instaurarono la repubblica.Il nuovo governo si impegnò in una politica antimperialista antibritannica ed antistatunitense,nazionalizzando tutti gli impianti delle compagnie straniere e liberando le basi militari ,espellendo i coloni italiani e gli ultimi ebrei residenti,confiscando i loro beni.Gheddafi elaborò una terza via fra capitalismo e socialismo,conquistando sulla scena internazionale un ruolo superiore a quello corrispondente ai mezzi effettivi del paese, periferico e poco popolato rispetto ai centri del potere islamico.In politica estera Gheddafi appoggiò i movimenti di liberazione del Medio oriente,nella Palestina l'Olp e nel Nordafrica il Fronte Polisario nel Marocco e dando finanziamenti al terrorismo internazionale antioccidentale. Condusse una guerra contro il Ciad-contrastata dalla Francia- e proclamò l'estensione unilaterale delle acque territoriali della Repubblica libica nel golfo della Sirte.Nell'estate dell'81 uno scontro a fuoco nel golfo della Sirte tra aerei libici e americani poneva l'Italia in una posizione delicata.Gheddafi ,che temeva che i missili di Comiso-della Nato-sarebbero stati puntati contro la Libia,mandava segnali minacciosi al nostro paese,parte dell'alleanza atlantica,ma legato alla Libia da rapporti di scambi commerciali importanti e dalla politica mediterranea.Il governo italiano rifiutava di lasciarsi coinvolgere nel concedere agli americani basi per la forza di pronto intervento,voluta dal presidente Reagan,ma nello stesso tempo accettava di inviare un primo contingente militare nel Libano,quale forza di pace nel Medio Oriente.
A fine marzo 1985,quale reazione al terrorismo arabo ed ai suoi presunti mandanti,navi americane della VI flotta attaccavano e affondavano due unità della flotta libica nel golfo dellaSirte,già area di attrito per la pretesa del dittatore libico di estendere le sue acque territoriali,al dilà della fascia stabilia dal diritto internazionale.L'azione americana veniva condannata dagli stati europei;tuttavia il governo americano intendeva dare una lezione al dittatore libico ,accusato di fomentare il terrorismo antioccidentale in Europa,anche a seguito della uccisione di militari statunutensi nella esplosione di una bomba in una discoteca americana di Berlino..Così aerei americani di base nelle basi americane nel Regno Unito, bombardarono direttamente il palazzo di Gheddafi a Tripoli,colpendo e uccidendo una figlia del dittatore,La risposta di Gheddafi fu rivolta all'Italia accusata di fornire le basi della Sicilia ,così due missili di fabbricazione sovietica,gli Skud,furono lanciati contro l'isola italiana di Lampedusa,senza per fortuna colpire il bersaglio.Ma il governo definiva l'episodio un atto di guerra.Era la prima volta dalla fine della II guerra mondiale,che l'Italia rischiava di essere coinvolta in una vera azione di guerra.Fu anche la mediazione dell'URSS nei confronti di Gheddafi e furono gli Stati Uniti, soddisfatti dell'azione dimostrativa su Tripoli,che riportarono la situazione alla normalità. Gli Stati Uniti ebbero le prove del coinvolgimento di Gheddafi nel terrorismo contro obiettivi occidentali,così imposero l'embargo dell'Onu contro la Libia sui trasporti aerei e sulle forniture di armamenti,dopo l'attentato di Lockerbie(cieli della Scozia nel 1988 con la morte di oltre 250 persone),cui seguirono ulteriori sanzioni nel 1996 decise da parte del congresso Usa (Iran-Libya sanctions act).Dopo anni di completo isolamento internazionale,nel 2001,in seguito agli attentati dell'11 settembre,Gheddafi ha impresso una svplta alla sua politica estera,prendendo le distane dal terrorismo islamico,posizione che ha confermato nel 2003,in occasione della guerra in Iraq.Ha accettato di risarcire i danni degli aerei degli attentati del 1988-1989,il colonnello si è impegnato a a bloccare la produzione di armi chimiche e nucleari,consentendo le ispezioni internazionali,per dimostrarlo.Nel 2003 l'Onu ha revocato l'embargo e le sanzioni contro la Libia e l'Unione europea l'embargo economico e militare.Nel 2004 Gli Stati Uniti hanno ristabiluito le relazioni diplomatiche con la Libia, dichiarandola "nazione amica dell'Occidente",cancellandola dalla lista degli "stati canaglia" in cui era inserita sino al 2003..Nel 2004 i rapporti con l'Italia ,già ripresi nel 1999, si sono consolidati,quando è stato firmato un accordo,che consente il ritorno in Libia degli esuli italiani (20000) espulsi nel 1970 ed i cui beni furono nazionalizzati,mentre smantellava le basi britanniche e americane ed è stato inaugurato il gasdotto che porta il metano -Eni- dalle coste libiche alle coste siciliane. Secondo stime del governo libico (contestate dall'AIRL) nel suo complesso la conquista della Libia e le successive repressioni italiane costarono la vita di circa 100.000 cittadini libici su una popolazione stimata di 800.000 abitanti. Dopo trattative durate diversi anni tra il Governo Italiano e il leader libico Muammar Gheddafi( con aperture verso la Libia sia da parte del governo Andreotti, sia del governo Moro, dati gli interessi che erano coinvolti,infatti furono 20000 gli imprenditori,operai,istruttori che l'Italia inviava nella Libia), il 30 agosto 2008 è stato firmato un accordo che prevede una compensazione del valore complessivo di 5 miliardi di dollari Usa. La compensazione comprende la realizzazione di diverse infrastrutture tra cui l'autostrada lunga 2000 Km,Ras Jdeir ad Assaloum, collegando Egitto con Tunisia attraversando tutta la costa libica, duecento abitazioni e il pagamento delle pensioni di guerra ai libici che vennero impiegati in combattimento dal Regio Esercito Italiano. La creazione di un comitato di consultazioni politiche e di un partenariato economico, il finanziamento di borse di studio per studenti libici, la fornitura di un radar per il controllo delle frontiere meridionali della Libia realizzato da Finmeccanica. Il 30 agosto 2008 è stata inoltre restituita la statua della Venere di Cirene. L'accordo che comprende diverse fasi di attuazione con scadenze comprese dai 25 ai 40 anni comprende un ampio capitolo relativo alla lotta all'immigrazione clandestina diretta in Italia, alla collaborazione industriale e alle forniture energetiche del petrolio e del gas metano. Rimane non completamente risolta la questione relativa ai cittadini italiani espulsi dalla Libia nel 1970.Negli ultimi anni il leader il leader libico si è impegnato in una politica di aiuti ai paesi africani più poveri,diventando uno dei principali artefici della neonata Unione africana(Ua),mentre era corteggiato da tutti i leader europei in In realtà nonostante la sua politica mista fra coranica,capitalista e socialista,la costruzione degli ospedali,delle scuole, delle infrastrutture,del boom edilizio con i petrodollari,il suo progetto di stato moderno,non piaceva agli ulema della grande regione Cirenaica dell'Est del paese rimasta legata alla tribù Senussi del vecchio re Idreiss, deposto nel 1969,il suo libro verde trovava ammiratori nelle cancellerie occidentali,non da loro islamici,molti erano i tentativi di ucciderlo a cui rispondeva con terribili repressioni,rappresaglie,incarcerazioni e la corruzione e il nepotismo nel paese erano dilaganti,la burocrazia dei cosiddetti Comitati popolari gestiva a proprio vantaggio l'economia.Dal 1980 era chiaro che il potere gli era andato alla testa.Era diventato quasi una caricatura,vestiva abiti da grande maresciallo e tuniche arabe,decorazioni colorate in comprensibili.Accusava la bandiera a stelle e strisce, ma sul palco si sentiva un dio quando riceveva il fratello dell'allora presidente americano Jimi Carter.Sbraitava contro Israele e la repressione contro i palestinesi,ma confessava la sua ammirazione verso quella gente,che aveva fatto fiorire il deserto...Nel 1986 il prof.Yehezkel Dror, emerito dell'Università di Gerusalemme diceva che , se non ci fosse stato Gheddafi lo si sarebbe dovuto inventare e al contrario di altri dittatori era considerato così debole,che poteva essere attaccato e isolato a piacimento, questa è stata la logica alla base dell'intervento militare,che ha condotto ad attaccarlo'riducendo in polvere lui e il suo regime.
La Libia, dopo aver vissuto una prima fase di insurrezione popolare anche nota come rivoluzione del 17 febbraio 2011, a seguito di quanto avvenuto in quasi tutto il mondo arabo (e specialmente in Tunisia ed in Egitto), ha conosciuto in poche settimane lo sbocco della rivolta in conflitto civile. La sommossa libica, in particolare, è stata innescata dal desiderio di rinnovamento politico contro il regime ultraquarantennale della "guida" della JamāhīriyyaMuammar Gheddafi, salito al potere il 1º settembre 1969 dopo un colpo di stato che condusse alla caduta della monarchia filo-occidentale del re Idris Senussi .
Dopo quasi un mese di scontri e di repressioni violente con uso di carri armati e di bombardamenti aerei maggiormente nella Cirenaica,dove più forte era la rivolta della tribù dei Senussi nei confronti del rais,contro la popolazione civile,oltre alla chiusura della rete internet, blog e siti, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso, con la risoluzione 1973, di istituire una no-fly zone sulla Libia a protezione della popolazione civile, legittimando l'intervento militare ad opera di diversi paesi avviato il 19 marzo 2011.
L'intervento militare in Libia del 2011 è iniziato il 19 marzo ad opera di alcuni paesi aderenti all'Organizzazione delle Nazioni Unite autorizzati dalla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza che, nel marzo dello stesso anno, ha istituito una zona d'interdizione al volo sul Paese nordafricano ufficialmente per tutelare l'incolumità della popolazione civile dai combattimenti tra le forze lealiste a Mu'ammar Gheddafi e le forze ribelli del Consiglio rivoluzionario provvisorio nell'ambito della guerra civile libica.
L'intervento è stato inaugurato dalla Francia con un attacco aereo diretto contro le forze terrestri di Gheddafi attorno a Bengasi (Cirenaica) attacco seguito, qualche ora più tardi, dal lancio di missili da crociera tipo "Tomahawk" da navi militari statunitensi e britanniche su obiettivi strategici in tutta la Libia e la concessione delle basi militari strategiche da parte dell'Italia nella Sicilia (Trapanese e Sigonella) e altrove.
Gli attacchi, inizialmente portati avanti autonomamente dai vari paesi che intendevano far rispettare il divieto di sorvolo, sono stati unificati il 25 marzo sotto l'operazione Unified Protector a guida NATO. La coalizione, composta inizialmente da Belgio, Canada, Danimarca, Italia, Francia, Norvegia, Qatar, Spagna, Regno Unito e USA, si è espansa nel tempo fino a comprendere 19 stati, tutti impegnati nel blocco navale delle acque libiche o nel far rispettare la zona d'interdizione al volo agli aerei libici.I vari paesi hanno assegnato alle proprie missioni nomi differenti: Odyssey Dawn gli Stati Uniti d'America, la Danimarca, la Norvegia e l'Italia, Ellamy il Regno Unito, MOBILE il Canada, Freedom Falcon il Belgio[24] e Harmattan la Francia. I combattimenti sul suolo libico tra le forze ribelli del Consiglio nazionale di transizione e le forze di Gheddafi svoltisi prima nella Cirenaica e dopo la conquista di questa ,nella Tripolitania con la nota battaglia di Tripoli,combattuta strada per strada,piazza per piazza sono cessati dopo sette mesi nell'ottobre 2011 in seguito alla cattura presso Sirte in un convoglio di dieci camion avvistato dagli aerei della Nato,uccisione e morte del Ra'isper mano di ribelli dell'esercito rivoluzionario. Conseguentemente, la NATO ha cessato ogni operazione il 31 ottobre 2011.
Attualmente è in corso la ricostruzione da parte del Consiglio Nazionale Transitorio libico presieduto da Mustafa Abdel Jalil(il presidente del consiglio Monti e il presidente del consiglio transitorio Mustafa Jalil a Roma il 16 Dicembre 2011,per il rinnovo del Trattato di amicizia fra Italia e Libia). Ma con il brutale assassinio di Muammar Gheddafi, l’uomo che nel bene e nel male ha retto la Libia per quarantadue anni, il paese nordafricano ha smesso di rappresentare un luogo interessante per i media occidentali e non. Con la vittoria almeno formale del Consiglio Nazionale Transitorio è come se tutto il mondo abbia deciso di passare oltre, decidendo quasi a tavolino che la Libia non avesse più nulla da dire.
In realtà dopo la caduta di Gheddafi per la Libia non si è aperto il periodo di pacificazione e normalizzazione che tutti si erano auspicati, anzi si sfidano le milizie armate per le rappresaglie. Ad esempio si tace delle migliaia di lealisti gheddafiani arrestati e duramente torturati dalle nuove autorità libiche, al punto da aver anche più volte meritato diverse denunce di organi umanitari e internazionali come Amnesty International, il cui ultimo grido d’allarme è arrivato proprio oggi: “Le milizie armate operanti in tutto il paese commettono ampi abusi con impunita’, alimentando l’insicurezza e pregiudicando la ricostruzione delle istituzioni statali”. Il rapporto annuale pubblicato da Amnesty sulla Libia si intitola significativamente “Le milizie minacciano le speranze di una nuova Libia”, e documenta gravi e massicci abusi, crimini di guerra, detenzioni illegali e torture commessi a una moltitudine di milizie nei confronti di sospetti lealisti gheddafiani.
La sensazione è che con l’accusa di “lealisti” gli ex ribelli del Cnt abbiano potuto preconfezionare una scusa perfetta per eliminare personaggi sgraditi come migranti e rifugiati africani. Anzi, secondo il rapporto di Amnesty le milizie avrebbero persino compiuto veri e propri attacchi di rappresaglia, costringendo alla fuga intere comunità senza che nessuno abbia mai chiesto ai responsabili di rendere conto delle loro azioni’.
Di tutto questo i media internazionali sembrano non interessarsi, non c’è più il dittatore cattivo contro cui indirizzare gli strali a favore di una tanto conclamata “democrazia”, quindi forse meglio tacere, ancor più che il Consiglio Nazionale Transitorio garantisce le esportazioni di petrolio all’Occidente, e tanto basta.
”Le milizie sono ampiamente fuori controllo e l’impunita’ totale di cui beneficiano non fa altro che incoraggiare ulteriori abusi e perpetuare l’insicurezza e l’instabilità”, ha spiegato Donatella Rovera di Amnesty International all’Asca. Il quadro che emergerebbe sulla “Libia liberata” sarebbe per certi versi paradossale, una Libia dove nemmeno un anno fa i libici rischiavano la propria vita in nome della giustizia , e dove oggi invece gli stessi libici rischiano la propria vita per colpa di milizie armate che calpestano i diritti umani impunemente e tranquillamente sostenuti dalla comunità internazionale.
Parecchi detenuti nelle carceri libiche hanno riferito ad Amnesty che, per far cessare le torture, hanno dovuto confessare stupri, omicidi e altri crimini mai commessi. Come se non bastasse le persone che dal settembre 2011 a oggi sarebbero morte a causa delle torture subite sarebbero ben 12. Ma non è finita qui, sempre rapporto Amnesty alla mano le persone detenute a Tripoli, Gharyan,Misurata,Sirte e Zawiya, avrebbero raccontato di “essere state sospese in posizioni contorte, picchiate per ore con fruste, cavi, tubi di plastica, catene, sbarre metalliche e bastoni di legno e di essere state sottoposte a scariche elettriche mediante elettrodi e congegni simili alle pistole taser”.
” L’impunita’ totale concessa alle milizie lancia il messaggio che abusi del genere sono tollerati e contribuisce a trasformarli in pratiche accettate. Le persone responsabili degli abusi devono essere sottoposte a processo e rimosse dai loro ruoli, altrimenti ripeteranno le loro azioni “, questo il grido d’allarme lanciato da Amnesty, un grido nel vuoto dato che le autorità libiche attuali non hanno in alcun modo previsto alcun organo di controllo sull’operato delle milizie armate che ancora continuano a spadroneggiare in Libia.
Ma aldilà degli abusi sui prigionieri e delle violazioni dei diritti umani i problemi della “nuova” Libia sembrano ben più complessi. Il paese ha subito enormi devastazioni soprattutto per colpa dei bombardamenti della Nato e alcune città, come Sirte, sono ridotte a un cumulo di macerie. Gli scontri tra tribù non sono non sono finiti, ma dopo una breve tregua apparente sono riesplosi con violenza anche nella capitale, Tripoli, dove ogni sera scoppierebbero sparatorie. Un tutti contro tutti che ha fatto sprofondare il paese nell’anarchia portando i cittadini all’esasperazione. Come ha dichiarato un appartenente a “Medici senza Frontiere” presente a Tripoli ad Articolotre.com, che però ha voluto mantenere l’anonimato, nella capitale libica circolerebbero voci che darebbero per imminente un ritorno in Libia di Saadi Gheddafi, il figlio del Colonnello riparato in Niger, alla testa di milizie di mercenari. Probabilmente si tratta solamente di una voce fatta circolare dalle autorità libiche per mantenere alta la tensione e concedere altro tempo alle milizie prima di essere smobilitate.
Secondo il membro di “Medici senza frontiere ” a Tripoli la situazione sarebbe tutt’altro che normale, e la città sarebbe letteralmente blindata, tanto che anche i membri dell’organizzazione sono costretti a circolare per precauzione con il giubbotto antiproiettili. “Ci sono check points dappertutto e scontri tutte le sere, ma in Europa tutti tacciono”, ha denunciato, “ora ci sono due tribù che si stanno massacrando ai confini con il Ciad, si è parlato di 60 morti in un solo giorno, ma nessuno ha scritto nulla sui giornali”, ha concluso. Poi ci ha spiegato anche il perchè di questi disordini: “Lo Stato non esiste,la Libia è in mano a piccole fazioni di ribelli che non vogliono deporre le armi per paura di perdere il potere, e quindi combattono tra di loro. L’esercito regolare è troppo debole per fare qualcosa, e qui non funziona nulla, le autostrade sono a pezzi, mancano acqua e mezzi pubblici e l’elettricità và e viene. La gente si sta stancando”, ha spiegato.
Repubblica Libia

Ordinamento politico       In corso di formazione dopo la recente guerra

Superficie   1775500 Kmq

Popolazione  5673000 ab

Dens/Kmq  4 ab/kmq

Capitale Tripoli (2188800)

Altre città  Bengasi (670000),Misurata(348000),Sirte(141000)

Gruppi etnici  Libici(57%),Egiziani(8%),Berberi(7%),Sudanesi(4%),Tunisini(3),altri

Lingue  Arabo

Religioni  Musulmani sunniti (97%),altri